
C’è una busta che fa più paura delle buste verdi delle contravvenzioni stradali.
E’è la busta bianca che contiene l’invito ad un matrimonio e fa sbiancare gli invitati nel preciso momento in cui gli viene consegnata.
Perché l’invitato lo sa, lo sa bene che dietro il candore di quella busta, si cela un crimine contro l’umanità, per le temperature mefistofeliche di questi giorni e per la reazione fisico- chimica che, in un battibaleno, trasforma il bianco del volto, al profondo rosso dei conti.
E allora, una volta accusato il colpo, appena ci si riprende, ma pur sempre barcollando, ci si chiede: quanto mettere nella busta?
E qui si aprono tante variabili manco si trattasse di una equazione differenziale a derivate parziali
E allora si va a rovistare nella busta per sapere se contiene un solo tagliando, quello dell’invito al rito matrimoniale oppure – ipotesi tragica – se scavando scavando si trova anche l’invito al ricevimento.
E allora incominciano i calcoli: vado solo in Chiesa, vado anche al ricevimento, andiamo in coppia, andiamo tutta la famiglia.
Eppure lo sposo cerca in tutti i modi di farti stare a tuo agio: via l’imbarazzo della busta, vai con l’IBAN.
Ma il prodotto non cambia e allora si prende la calcolatrice e si iniziano a risolvere i primi problemi: dato il costo X a persona per un pranzo di nozze, il candidato calcoli l’importo della busta, in modo da coprire il costo X, con un Ricavo R, che possa ammortizzare il 25% dei costi fissi ed il 18% dei costi variabili.
E allora si comincia a sudare, ma non è il caldo, è il sudore freddo perché alla fine sai bene che in ogni caso non ti troverai mai con il risultato atteso.
E qui arriva il guizzo ed il sarcasmo napoletano: l’apprezzato scrittore e cultore della napoletanità Amedeo Colella nel suol libro “Manuale di filosofia napoletana”, come racconta un articolo di Fanpage.it, ha spiegato come calcolare con esattezza l’importa della busta, facendo riferimento a precisi criteri oggettivi quale: il rapporto di parentale, il tipo di cerimonia, il presunto costo del ristorante, il quoziente di presenza di bambini e altre amenità del genere.
Ed ecco la formula
€ = (B/2+I) * (C+ (C * 30%)) * P* D
Dove l’importo della busta € è data dall’interazione dei seguenti fattori:
B = Numero di bambini
I = Numero di invitati in famiglia
C = Costo presunto del ristorante
P = Coefficiente relazione di parentela che si applica così: Fratello 1,5 – Genitore 2,0 – Cugino 1,2 – Amico 1,0
D = Coefficiente di squarciunaria, che tecnicamente vuol dire il grado di spacconerie con cui si vuole colpire gli sposi, che si grada in Squarcione 1,5 – Ngannaruto 1,3 – Amma fa’ ‘na bella figura 1,2 – Normale 1,0
Ovviamente questa formula, con le varie proporzioni, è valida se sei un parente o un amico.
Se sei un collega te la puoi cavare anche con un regalo cumulativo, ma se sei il testimone di nozze, allora scatta l’aggravante. E quindi al risultato così ottenuto da formula esaminata, va aggiunto un altro 15 – 20%.
E allora, non so perché, quando penso alla busta mi viene in mente la De Filippi e l’ospite che le dice: “No Maria, chiudi la busta” !