
Chi vive nel campo della scuola dirà; “ E si sapeva…”, oppure “A me lo dici???” anche se magari è uno di quelli che sta sempre in malattia oppure ha la 104 per andare a sciare.
E invece oggi voglio parlare di un formale riconoscimento ufficiale: per la prima volta viene messo nero su bianco una cosa evidente a tutte le persone che gravitano nel mondo della scuola, ma, chissà perché, misconosciuta per fede da tutti gli altri: il docente con attività didattica frontale cioè a contatto con gli alunni, lavora 36 ore settimanali , anche se detto proprio nella giornata di oggi, può sembrare un pesce d’aprile.
In verità a contare bene tutte le attività cui un insegnante deve quotidianamente attendere si arriva ad un cifra ben superiore alle 36 ore; uno studio di un professore del Movimento Docenti Romani, Silvano Mignanti stima in 52 ore e 45 minuti a settimana il lavoro di un insegnante, elencando dettagliatamente 14 macrocategorie, delle quali 11 sono previste nel contratto.
1. Ore di lezione frontale
2. Partecipazione ad organi collegiali, consigli di classi, dipartimenti etc.
3. Ricevimento genitori
4. Viaggi di istruzione, visite, eventi e simili
5. Preparazione e correzione compiti, preparazione lezioni e relativi materiali
6. Preparazione documentazione (programmi, programmazioni, griglie, PDP, PEI…)
7. Preparazione e correzione compiti e svolgimento esami integrativi e/o di recupero
8. Esami di maturità
9. Funzioni aggiuntive all’insegnamento
10. Controllo degli alunni in fase di ingresso/uscita dalla scuola
11. Formazione continua
Ed ancora:
12. Interazione con gli alunni/colleghi (in orario “extra”)
13. Ore dedicate a progetti/attività “pro bono” (orientamento, feste, attività extra-scolastiche…)
Poi magari 1 o 2 ore buca possono scapparci sempre.
Ma torniamo al riconoscimento ufficiale.
Proviene direttamente dall’Ufficio legislativo del Ministero dell’Istruzione che nel suo parere con oggetto “Interpretazione dell’art. 4-ter.2 del decreto-legge n. 44/2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 76/2021. Regime lavorativo dei docenti non vaccinati adibiti ad attività di supporto alla istituzione scolastica” scrive: «Non è, infatti, da credersi che l’orario dei docenti sia limitato alle 18 ore di insegnamento frontale, estendendosi anche a tutte le attività funzionali all’insegnamento (art. 29 CCLN 2006-2009), individuali e collegiali»
Certo questo parere nasce dalla volontà di mettere una pezza alla circolare del M.I. n. 659 del 31 marzo 2022 con la quale dal 1 aprile si prevede che i docenti non vaccinati che, per decreto, possono ritornare a scuola, ma senza avere contatti con gli alunni, “debbano svolgere un prestazione lavorativa su 36 ore al pari di quanto previsto per i lavoratori temporaneamente inidonei all’insegnamento (art. 8 del medesimo CCNI del 25 giugno 2008) nonché per tutto il personale docente ed educativo che a vario titolo non svolge l’attività di insegnamento ma viene impiegato in altri compiti”
Ma il nostro eroe, che oggi ha le vesti dell’Ufficio legislativo del M.I. ci va giù ancora più pesante e ritiene che questo personale, che definisce “deliberatamente non vaccinato”, non solo non può avere un trattamento di favore rispetto ai lavoratori sopra indicati, cioè quelli che per un motivo o per un altro in classe non ci vanno, ma non possono nemmeno essere favoriti rispetto ai docenti che, in modo o in un altro, in classe ci vanno. Ed infatti l’Ufficio del Ministero scrive: «L’assunto contrario determinerebbe un arbitrario e inaccettabile dimezzamento dell’orario lavorativo del docente non vaccinato rispetto a quello degli altri docenti.»
Ergo, ammonisce il Ministero, questi docenti non vaccinati non possono fare 18 ore/settimanali perché altrimenti farebbero soltanto la metà dell’orario lavorativo di un docente che va in classe.
E se 18 è la metà, l’intero quanto fa? 36 !!!
Ed eccoci arrivati all’oracolo del Ministero.
Quindi da oggi in poi a chi dirà che gli insegnanti sono dei privilegiati perché lavorano poco, potrete fare un bel respiro, gonfiarvi il petto e rispondergli che lavorano come e quanto un normale dipendente statale o comunale. E loro muti !
Oggi 01 aprile 2022 il primo mito è stata sfatato.
Prossimo obiettivo: i tre mesi di vacanza !!!