

Qualcuno lo ha già visto, qualcuno si dimostra scettico, altri hanno fatto il bis e c’è chi poi risulta affezionatissimo. E’ un’esperienza teatrale più che uno spettacolo in sé per sé: coinvolgente, inaspettato, inebriante e a tratti folle, si tratta di Dignità autonome di prostituzione di Luciano Melchionna o “papy” per gli amici attori trasgressivi. Il teatro o la location scelta diventa per gli spettatori paganti (condizione fondamentale e imprescindibile) un vero e proprio bordello in cui si “distribuiscono pillole di piacere teatrale”. Nato forse dall’amara consapevolezza che il teatro ormai non è più il palcoscenico di una volta per gli artisti che desiderano con la loro arte allietare serate e spettatori, Dadp ha fatto breccia nel cuore degli spettatori, ammaliati dagli attori/prostitute che si concedono solo ed avidamente per preziosi “dollarini” di carta. La compravendita può diventare infuocata e solo dopo aver messo via il suo gruzzoletto la prostituta dell’arte dona 15 minuti circa di piacere teatrale. Dalla violenza alla sessualità, dalla trasgressione alla storia del teatro: questi i temi trattati nei monologhi recitati nei meandri del Teatro Bellini che ieri ha “aperto le porte della casa chiusa”. [divider]Per la quarta stagione consecutiva lo spettacolo approda a Napoli per la felicità degli appassionati che forse, all’interno del bordello, si sentono liberi di dar sfogo a tutte le loro fantasie artistiche: balli strambi, contrattazioni all’ultimo dollarino, battute sconce e ambiguità sessuali. Questa edizione vanta di uno staff quasi del tutto nuovo anche se le immancabili maitresse restano uno dei marchi di fabbrica del Papy Melchionna: Lia (Daniele Russo), l’esplosiva Vanda (Clio Evans), la Frigida (Gaia Benassi) ed il buffo Cerebro (Gabriele Guerra).
