
Al di là delle posizioni soggettive che possono portare ad essere a favore alla didattica in presenza piuttosto che a distanza, vediamo di analizzare dei dati oggettivi e per farlo dobbiamo utilizzare le specifiche tecniche di analisi: la field e desk analysis, cioè l’analisi dei dati esistenti prima sul campo e poi quella successiva in back office.
Partiamo da chi è sul campo di battaglia ci sta tutti i giorni: Nicola Maturo, responsabile del pronto soccorso del Cotugno, in un’intervista rilasciata a “Il Mattino” a firma di Maria Chiara Aulisio ha affermato che nelle ultime settimane i contagiati sono cominciati ad arrivare alla spicciolata, ma tutti in condizioni serie, con polmonite e dispnea. La gradualità degli arrivi, continua il medico, ha permesso una migliore gestione della criticità, perché gli anziani, categoria più a rischio, hanno capito che devono proteggersi di più, diminuendo le occasioni di contagio, uscendo di meno ed evitando di incontrare figli e nipoti, maggiori portatori del virus.
Ma adesso l’ospedale si sta preparando ad un nuovo incremento di ricoveri, prima attenzionando cinquantenni e i sessantenni, in quanto ancora in età lavorativa e poi ai ragazzi in età scolare, per l’apertura generalizzata della scuola primaria, già la scorsa settimana, della scuola media in questa e delle superiori la prossima.
Andiamo ora a vedere i dati in back office.
Secondo il matematico Giovanni Sebastiani, ricercatore CNR in una intervista rilasciata su “La Stampa” partendo dai dati relativi al Piemonte nel periodo del picco della seconda ondata, fra il 9 e il 16 novembre, evidenzia “un aumento statisticamente significativo della percentuale di positivi tra gli studenti testati di età compresa fra 11 e 19 anni, pari al 42% contro il 35% nella popolazione e al 34% per tutti gli studenti. Si sale al 50% nel personale scolastico testato“.
Ovviamente non tutte le fasce di età sono interessate allo stesso modo, ad esempio quella da 0-13 anni, secondo il dott. Sebastiani, è quella meno contagiata dal virus, anche perché è quella che affolla di meno i trasporti pubblici.
La fascia critica, pertanto, è quella che interessa gli studenti di scuola superiore, dove l’incidenza COVID è decisamente più preponderante.
Infine, il matematico rafforza la sua tesi fondandole su due diverse ricerche: su Lancet si dimostra come 28 giorni dopo la riapertura delle scuole, su 131 stati in tutto il mondo, si è dovuto registrare un incremento del 25 % di contagi Covid.
Su Science, invece, la ricerca è stata condotta al contrario: su 41 stati che hanno chiuso la scuola, si è registrato una riduzione della trasmissibilità del virus del 35%.
Sicuramente il TAR avrà letto e analizzato questi e anche altri dati prima di ordinare l’apertura indiscriminata di tutti gli ordini di scuola.