

La modifica più importante e su cui si stanno concentrando le polemiche è quella relativa all’eventuale multa a cui va incontro l’azienda in caso di mancata assunzione dei precari presenti in organico. Viene cancellato l’obbligo delle aziende di assunzione dei precari quando il loro numero è superiore al 20% del totale dei dipendenti; al momento la sanzione diventa pecuniaria e non v’è più quindi alcun obbligo di assunzione. Le aziende che sforano il tetto dei contratti a termine senza però in seguito assumere tali risorse-lavoro devono pagare multe fino al 50% della retribuzione. Nonostante tutto il Ministro continua ad affermare che l’intento è quello di avere “più persone occupate e più stabilmente”.[divider]
Le polemiche su questo decreto non sono mancate nè da destra nè da sinistra.
Forza Italia definisce queste sanzioni economiche per le aziende italiane un prezzo troppo alto dettato solo da scelte ideologiche che porterà nel breve tempo a contenzioni sul lavoro se non addirittura nuovi disoccupati. In casa propria, nel Partito Democratico, il governo sembra essere osteggiato dalle critiche mosse da Massimo D’Alema che sottolinea come lo scontro dei giorni scorsi tra il Premier Renzi e i sindacati non sia “un fatto positivo”.
A difendere il decreto restano quindi gli alfaniani che definiscono “stucchevoli” le polemiche avanzate, soprattutto dal partito di Silvio Berlusconi.

Anche sul fronte apprendistato e lavoro stagionale sono state apportare modifiche alle leggi esistenti. I senatori hanno deciso che la formazione possa essere svolta anche dalle imprese ed hanno alzato a 50 addetti il tetto massimo sopra il quale scatta la stabilizzazione contrattuale di una quota di questi apprendisti. Nel caso degli stagionali invece si è deciso che il contratto di apprendistato possa essere utilizzato anche a tempo determinato, assecondando quindi le loro esigenze temporali.
Soddisfatto il Presidente di Commissione Sacconi, convinto che le modifiche al decreto possano essere in grado “di fare lavoro”.