
E’ possibile parlare oggi della magia attraverso due fasi fondamentali. In primo luogo si parla di magia primordiale, quella arcaica, quella fatta di pozioni e incantesimi.
In secondo luogo di magia contemporanea, composta da un legame tra il mondo mistico e le nuove tecnologie e considerata come un’estensione del cervello.
Nel corso degli anni la magia ha assunto diverse connotazioni.
Inizialmente è stata considerata come il tentativo più primitivo di determinare rapporti casuali, quindi è stata definita come quella pseudo-scienza attraverso la quale è stato possibile controllare le forze della natura.
E’ stata poi definita come quella fase antecedente alla religione. Quest’ultima infatti si presume sia nata proprio a causa dei fallimenti dell’uomo nel cercare di controllare le forze della natura.
Fino ad arrivare al pensiero che più si accosta a quello della magia contemporanea, meglio definita come la magia della New Age, il cui principio si basa sull’enunciazione dell’atto-pensiero magico: una pratica magica acquisisce la sua efficacia nel momento stesso in cui viene enunciata e compiuta.
Erik Davis, autore del testo “Techgnosis: miti, magia e misticismo nell’era dell’informazione” sostiene che le nuove tecnologie, e in particolar modo le tecnologie della comunicazione, siano in qualche modo legate al mondo magico. Egli descrive tali tecnologie attraverso due aspetti, vedendole prima come una sorta d’incantesimo e poi paragonandole ad un trampolino di lancio attraverso il quale è possibile raggiungere la trascendenza degli animi fino alla conoscenza perfetta. Stando a quanto dice Dawis, ancora tutt’oggi le tecnologie vengono considerate come argomento neutro ed esterno all’uomo, quando in realtà non sono altro che le nostre fantasie mistiche che derivano dalla nostra natura spirituale inconscia.
Una delle maggiori figure che appoggia il pensiero della magia della New Age è il noto Psicomago Alejandro Jodorowsky creatore della Psicomagia descrittaci da lui stesso come quell’azione che lega magia e psicoanalisi e che è infatti riconosciuta come una sorta di pratica terapeutica. Jodorowsky ci spiega come l’atto psicomagico funzioni proprio come un messaggio subliminale, mandando informazioni che il cervello della persona che lo sta praticando assimila a livello inconscio. Il messaggio è trasmesso attraverso immagini, suoni, scritti e riti che trattando argomenti celati al suo interno, arrivano in modo inconsapevole alla psiche di chi lo esegue, come in un codice cifrato. L’atto psicomagico inoltre ha valore solo se chi lo esegue ci crede fermamente, facendo sì che al suo compimento la problematica iniziale sia del tutto risolta.
La magia è nata col nascere dell’individuo ed è andata progredendo di pari passo con l’evolversi delle società. E se davvero ha a che fare con la nostra psiche, bhè che dire, ognuno di noi cova dentro di se un piccolo Merlino.