

Con l’ultimo DPCM del Premier Conte, che allenta il lockdown dal 4 maggio, riparte lo sport individuale, ma non gli allenamenti a squadra. Per i club di serie A tutto è rimandato al 18 maggio. Sono consentite solo le sessioni di allenamento individuali nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, evitando assembramenti e a porte chiuse.
Si allo sport individuale ma non ancora agli allenamenti di squadra
Irragionevole e discriminatoria è apparsa la decisione governativa di riaprire agli allenamenti individuali dal 4 maggio ma non a quelli di squadra. Ma nel calcio, a differenza del tennis o della Formula 1, c’è il contatto fisico che non rispetta certamente il distanziamento sociale, ha spiegato il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri.
Ma il campionato ripartirà?
Ma anche la data del 18 maggio resta solo un’indicazione da confermare nelle prossime settimane. Una doppia delusione quindi per il mondo del calcio se a questo differimento si associa quanto dichiarato dal ministro per lo Sport e le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora: – “la ripresa degli allenamenti non significa comunque la ripartenza dei campionati”. È ancora al vaglio del Comitato tecnico-scientifico la valutazione del protocollo medico presentato dalla Federcalcio per consentire la ripartenza degli allenamenti a squadra. Per sapere invece se il campionato potrà ricominciare entro metà giugno, bisognerà aspettare le prossime settimane e i nuovi dati scientifici della curva dei contagi perché tutto dipende dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria.
Il calcio quindi resta fermo e per questo diventa sempre più complicato pianificare la fine della stagione. Partendo il 15 giugno e considerata la dead line del 2 agosto posta dalla Uefa, significa 13 partite in un mese e mezzo. Quindi un massacrante tour de force, dopo una lunga inattività si prospetta un serrato finale di campionato, un’anticipata nuova e faticosa stagione con all’orizzonte l’Europeo del 2021.
In questo clima di incertezza, di continui stop and go qualcuno all’interno della Lega potrebbe chiedere la sospensione di questa stagione per prepararsi ed organizzarsi a riprendere in sicurezza il prossimo campionato che dovrà partire a fine agosto.
Francia e Olanda hanno ufficialmente chiuso i campionati
Su questa linea l’Olanda e la Francia che hanno decretato ufficialmente la fine del campionato con l’assegnazione del titolo, in Francia, al Psg che era in testa alla classifica al momento dell’interruzione.
D’altra parte la ripresa calcistica ha risvolti significativi sul piano economico, in particolare sui diritti tv. Il calcio vive sui diritti tv ed è evidente che la chiusura anticipata del campionato significherebbe un serio danno economico per le società e addirittura una tragedia per i piccoli club che rischiano senza gli introiti delle tv di non iscriversi alla prossima stagione.
Ma in questa situazione è estremamente difficile dare certezze. Cosa accadrebbe se nell’eventualità che si riprendesse a giocare un giocatore si scoprisse positivo al virus? Un quesito che medici e scienziati non hanno risolto ma che spinge ad ipotizzare che se non ci sarà sicurezza il campionato dovrà fermarsi.Peraltro Paulo Dybala, attaccante della Juventus, risulta ancora positivo al Covid-19 dopo il quarto tampone: una notizia che certamente non contribuisce a generare ottimismo.
Giocatori in giro nei parchi urbani
Il risvolto positivo di questo differimento di data per gli allenamenti a squadra è uno solo: non potendosi allenare al centro sportivo attrezzato di Castel Volturno, potremmo ritrovarci il capitano del Napoli, Insigne oppure Ciro Mertens, a debita distanza, in giro nei parchi urbani del Virgiliano, del bosco di Capodimonte oppure sul Lungomare Liberato, sempreché gli sportivi d’occasione lascino un po’ di metri a disposizione dei professionisti.