
Cerbone: «Ci sono le strutture e le competenze per un lavoro costante di prevenzione che può evitare tragedie inutili»
NAPOLI. «Non ci sono stati feriti, per fortuna. Ma il cedimento strutturale che ha colpito la scuola dell’infanzia “Perasso” a Barra non può essere archiviato come un semplice incidente. È il sintomo di un problema più grande: la sicurezza delle scuole italiane non può continuare a essere affidata alla fortuna o alle emergenze». È quanto afferma Antonio Cerbone, tesoriere dell’Ordine degli Architetti di Napoli e componente della STN (Struttura Tecnica Nazionale) della Protezione Civile, per la quale è responsabile del CAR (Coordinamento Attività Regionali).
«L’episodio ha riportato al centro del dibattito una proposta concreta, che da tempo circola tra tecnici, amministratori e Protezione Civile – evidenzia Cerbone – introdurre una figura tecnica stabile all’interno degli edifici scolastici. Un “medico del fabbricato”, sul modello del medico di base. Un professionista presente con continuità, in grado di monitorare lo stato dell’edificio, individuare criticità, suggerire interventi e – soprattutto – prevenire prima che sia troppo tardi».
«Un modello già sperimentato con successo. Non si parte da zero. Durante l’esercitazione di Protezione Civile che si è svolta il 28 e 29 maggio scorsi ai Campi Flegrei, è stato testato un modello operativo innovativo: un tecnico strutturale ha affiancato i dirigenti scolastici nelle verifiche post-evento, in stretta collaborazione con l’RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) – afferma il rappresentante degli architetti napoletani – Risultato? Interventi rapidi, valutazioni tempestive, meno attese per il rientro in classe e maggiore serenità per le famiglie. Un esempio virtuoso che ha mostrato come la presenza continuativa di un tecnico possa fare la differenza, soprattutto nelle aree ad alta vulnerabilità».
«La nostra proposta è quella di creare un presidio tecnico fisso per ogni istituto scolastico, con compiti ben definiti: monitoraggio regolare delle condizioni strutturali; coordinamento delle segnalazioni con le autorità competenti. L’obiettivo è mettere in atto azioni di prevenzione e non solo risposte all’emergenza – continua Cerbone – Un ruolo che potrebbe essere regolamentato da linee guida nazionali e avviato in via prioritaria nelle zone a rischio sismico o vulcanico».
«La Struttura Tecnica Nazionale (STN) – costituita dai Consigli Nazionali di Ingegneri, Architetti, Geometri e Geologi – dispone, attraverso il Coordinamento Attività Regionali (CAR Campania) e le Sezioni Operative Territoriali, di centinaia di professionisti qualificati. È uno strumento già esistente – conclude –. Questi tecnici sono già oggi in prima linea nei rilievi post-sisma, nelle verifiche di agibilità e nell’affiancamento alla Protezione Civile. Ma vengono attivati solo dopo un disastro. Ed è qui il punto: perché non valorizzare queste competenze anche in prevenzione? Serve un cambio di mentalità. Il crollo alla scuola Perasso è solo l’ultimo campanello d’allarme. La sicurezza scolastica va costruita giorno per giorno con presidi tecnici permanenti, capaci di intervenire prima che un problema diventi una tragedia».