
La tensione in Ucraina si taglia a fette dopo le elezioni del nuovo presidente Petro Poroshenko, non riconosciuto dai filorussi, e la proclamazione delle repubbliche popolari in tutta la zona orientale del Paese, non riconosciute da Kiev.
Da parte delle milizie nazionali è partito un nuovo ultimatum: “arrendersi o morire” e la garanzia della sicurezza personale di quanti sono pronti a consegnare le armi.
Le forze separatiste pro- Russia sono ferme a non mollare e accusano i militari ucraini di voler utilizzare armi ad alta precisione contro i ribelli e di aver già ucciso, durante raid aerei contro l’aeroporto internazione di Donetsk, un centinaio di civili. Il Portavoce della Difesa ucraina Vladislav Seleznyov smentisce tutto. Il leader dei ribelli Alexander Borodai, addirittura, in una conferenza stampa in un albergo di Donetsk, per rimarcare la necessità di continuare la lotta ha parlato ai giornalisti presenti in sala armato e scortato da miliziani armati mentre cecchini erano posizionati sul tetto a monitorare la situazione. Ha dichiarato che tra le fila dei ribelli sono presenti anche separatisti ceceni e osseti per “proteggere i russi nella regione” ma che il governo di Putin non c’entra perchè sono tutti esclusivamente volontari. [divider]Nel frattempo sempre
a Donetsk ore di paura per il team dei 12 osservatori Osce (di cui faceva parte anche un’italiana) rapiti e segregati in un posto segreto da alcuni miliziani locali e rilasciati solo dopo alcune ore. Il leader della vicina città di Sloviansk,
Viaceslav Ponomariov, sulla questione ha dichiarato «
Avevamo chiesto loro di non andare da nessuna parte per un pò di tempo, ma queste persone sono risultate troppo zelanti». Istaurato anche il coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino.

Anche dal punto di vista diplomatico la vicenda si complica.
Barack Obama al telefono con Putin sottolinea che gli per gli Stati Uniti «
questa non è una nuova guerra fredda» perchè la linea politica prevista è quella dell’azione congiunta con gli alleati e la Comunità Europea per dare«
al popolo ucraino la possibilità di votare e scegliere il loro futuro». Dal suo canto
Vladimir Putin cerca di smorzare i toni criticando l’uso della forza, da parte dei ribelli separatisti, perchè porterebbe solo ad un “vicolo cieco” dal quale sarebbe difficile uscire col solo dialogo tra le parti.
Dall’Unione Europea si alza la voce del commissario all’energia Guenther Oettinger che paventa seri problemi per l’approvvigionamento del gas e chiede di accellerare i tempi sulla questione del prezzo futuro del gas.[divider]
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