
Lo chiamano pillolo. In verità, il primo contraccettivo ormonale maschile – attualmente ancora in fase di sperimentazione – è stato sintetizzato in forma liquida ed è, quindi, somministrabile attraverso iniezione. I test, giunti ora alla fase di valutazione dell’efficacia, hanno messo in luce un elevato tasso di successo del nuovo trattamento anticoncezionale. Risulta, tuttavia, da non trascurare anche una seria incidenza di effetti collaterali. La ricerca, coordinata da Philip Reyes Festin dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di Ginevra, è stata effettuata su un campione di 320 uomini nella fascia di età 18-45 anni.
Una puntura di testosterone undecanoato, unito a un progestinico chiamato noretisterone enantato. Questo il comporto rivoluzionario capace di ridurre la concentrazione di spermatozoi da 15 milioni a 1 milione per ogni millilitro di liquido seminale.
Nonostante una validità pari al 96% dei casi – e quindi una dimostrata capacità di ridurre il rischio di gravidanze indesiderato – il pillolo richiede comunque di essere ancora perfezionato. «La combinazione ormonale deve essere studiata più a fondo per ottenere un buon equilibrio tra efficacia e sicurezza», ha appunto spiegato Mario Philip Reyes Festin.
A preoccupare maggiormente i ricercatori sono, infatti, le conseguenze indesiderate del farmaco, riconducibili soprattutto a disturbi dell’umore. Nel corso dello studio, durato oltre quattro anni, in oltre il 5% dei partecipanti al trial medico – sottopostisi a due iniezioni ogni otto settimane – sono infatti state riscontrate significative forme di depressione. Rilevati, benché in percentuale minore, anche problemi di acne, aumento della libido e dolori muscolari.
A causa delle ripercussioni negative, venti uomini hanno abbandonato i test, ma un considerevole 75% dei partecipanti ha, al contrario, riferito di essere disposto a usare questo metodo di contraccezione a conclusione del processo.
Nel frattempo, gli scienziati continuano a lavorare sul composto ormonale, convinti che «anche solo modificando la tempistica delle iniezioni si possano avere minori effetti collaterali, particolarmente quelli correlati all’umore».