
[dropcap]”[/dropcap]E nel frattempo che si decide, se si decide, i bambini che fine faranno? ” Con questo interrogativo terminava un articolo de Linkazzato.it pubblicato nel mese di aprile 2013 (vai all’articolo http://www.linkazzato.it/2013/04/napoli/case-famigli-fallimento-comune-napoli/http://www.linkazzato.it/2013/04/napoli/case-famigli-fallimento-comune-napoli/ ). Nel servizio si denunciava la mancanza di erogazione di fondi, da parte del Comune di Napoli, destinati alle comunità sociali condannate, quindi, alla chiusura. Ad aprile si contavano 36 mesi senza sostentamenti per i tanti bambini e giovani ragazzi ospiti delle case famiglia. Oggi, i mesi di mancati pagamenti sono saliti a 38: nulla è cambiato, anzi la situazione è, senza dubbio, precipitata. Infatti, da lunedì 10 giugno tutti i dirigenti degli enti gestori delle comunità per minori, a limite delle proprie forze, hanno iniziato uno sciopero della fame in un presidio permanente presso la sede di Palazzo San Giacomo e sostenuti dai tanti operatori ed operatrici sociali. Alla protesta, inoltre, hanno aderito la Federazione SAM, il Comitato Welfare non è un lusso, il Collettivo Operatori Sociali, la Federazione ARCA, le Confcooperative e le Federcooperative del territorio.[divider] Promesse ed impegni mai mantenuti da parte del sindaco De Magistris, anche a seguito del “Decreto Salva Napoli” che ha portato nelle casse comunali 58 milioni di euro. Il tutto incorniciato dal completo mutismo da parte dell’assessorato alle politiche sociali. Basti pensare che dall’inizio del 2012, almeno 100 case famiglia hanno chiuso i battenti. Il terzo settore messo in ginocchio, sta utilizzando le ultime forze per non lasciare a se stessi i tanti ragazzi ospitati nelle comunità. Minori che hanno già vissuto un passato difficile, fatto di violenze, abusi e gravissime problematiche. Le stesse problematiche che li hanno visti abbandonare le proprie famiglie d’origine con la speranza di un futuro migliore, con la speranza di una vita decente. Invece, così facendo, presto vedranno l’ennesima “porta in faccia”, l’ennesimo abbandono, l’ennesimo rifiuto, anche se non per volontà di chi invece li ha davvero a cuore. Che fine faranno questi ragazzi? <strong>L’interrogativo continua, così come lo sciopero della fame, così come la mancanza di risposte.
Bruna Di Matteo