
La Cina ha stupito il mondo. Non lo ha fatto copiando cellulari o apparati tecnologici e proponendoli a basso prezzo, questa volta sono scesi in campo gli scienziati cinesi che utilizzando la tecnica di clonazione della pecora Dolly hanno clonato due scimmie, Zhong Zhong e Hua Hua , “create” tramite il trasferimento del nucleo di una cellula dell’individuo ‘da copiare’ in un ovulo non fecondato e privato del suo nucleo.
L’equipe di scienziati cinesi, ha scoperto che se la tecnica sembrava funzionare usando le cellule prelevate da un feto, peggiori erano i risultati ottenuti con cellule adulte. Del resto, la pecora Dolly era stato l’unica nata con successo su 277 embrioni impiantati.
Abbiamo provato diversi metodi – spiega Qiang Sun, direttore del Nonhuman Primate Research Facility dell’Accademia cinese delle scienze – solo uno ha funzionato.
Sono stati impiantati 79 embrioni in 21 madri surrogate: Zhong Zhong e Hua Hua sono le uniche scimmiette nate vive su 6 gravidanze.Questo comporta un esemplare concreto.
In realtà, si potranno mettere a confronto dei primati con lo stesso dna alterato e non, ottenendo risultati più uniformi e affidabili, così da poter utilizzare ancora meno animali durante la ricerca.
Il team dell’Istituto di neuroscienze dell’Accademia cinese delle scienze sostiene che l’obiettivo è la creazione di un “esercito” di scimmie geneticamente identiche da usare in laboratorio per la ricerca su malattie diffuse come i tumori, ma anche il Parkinson e l’Alzheimer. L’annuncio, però, solleva non poche perplessità e interrogativi etici, facendo crescere la preoccupazione di un’imminente clonazione umana.
Il Vaticano sulla clonazione animale, spiega Sgreccia ex Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, non esprime una condanna esplicita, ufficiale, lasciando la tematica alla responsabile valutazione degli scienziati.
Ma non c’è dubbio che la clonazione di un primato così vicino all’uomo rappresenta il fortissimo rischio di giungere alla clonazione dell’uomo, evento che la Chiesa non potrà mai approvare.