
La poesia come gesto di resistenza e ripartenza
C’è un tempo che non abbiamo ancora del tutto capito, e che forse abbiamo fretta di dimenticare: quello della pandemia. In CIMENTO – Poesie del salto, edito da Controluna, la scrittrice e docente Stefania Poveromo ci riporta dentro quel tempo sospeso – tra dicembre 2020 e gennaio 2022 – senza mai cedere al linguaggio della cronaca o della retorica, ma lasciando parlare la poesia. Nato come una sorta di diario interiore, il libro raccoglie riflessioni, emozioni e visioni nate nei mesi più duri e contraddittori della pandemia: un presente dilatato, fatto di attese, memorie, silenzi e piccoli riti quotidiani. Da una mansarda, dove l’autrice trascorreva le ore più calde della giornata osservando il mondo da lontano, nasce una raccolta intensa e luminosa. Suddiviso in cinque sezioni – La rincorsa, Lo stacco, Il volo, L’atterraggio e Il salto – il libro accompagna il lettore in un percorso che non è solo temporale, ma emotivo ed esistenziale. È il racconto, poetico e insieme universale, di una prova collettiva e personale, di quel “cimento” che tutti abbiamo vissuto. Eppure, tra le righe, si avverte anche il desiderio di rinascita, di slancio, di speranza. Stefania Poveromo – nata a San Severo nel 1975, insegnante di lettere, appassionata di teatro, musica e letteratura – ha ricevuto riconoscimenti in concorsi letterari per poesie, racconti e copioni teatrali. È attiva nel sociale e nella promozione della lettura ad alta voce come pratica educativa e comunitaria. Il suo sguardo poetico è delicato ma deciso: evita consapevolmente il linguaggio “infetto” del lockdown e lascia spazio a immagini essenziali, nitide, che parlano di fragilità, relazioni, sogni, resistenza e ripartenze. Come scrive la scrittrice Gabriella Genisi, “in ogni poesia di Stefania Poveromo è racchiuso un universo”. Un universo fatto di frammenti di vita che ci appartengono, che riconosciamo, che ci interrogano.
CIMENTO – Poesie del salto non è solo un libro di poesia, ma un atto di presenza nel tempo che viviamo. Una voce che ci ricorda che la poesia può ancora elevarci, anche nei momenti più bui.