
Sono nati comitati, attivisti conosciuti e non di Napoli si sono esposti in ogni modo, si sono fatte manifestazioni pacifiche, culturali, di protesta, ma la discarica di Chiaiano è ancora al centro di enormi discussioni e perplessità soprattutto da chi li ci vive. Risale a ieri 12 marzo, infatti, l’ultima azione da parte della cittadinanza attiva. Sono arrivati dalla rotonda Titanic alla discarica di Chiaiano, attivisti dei comuni di Marano, Mugnano e Chiaiano chiedendo di poter entrare all’interno per poter fare un’assemblea. Le forze dell’ordine accorse però hanno chiuso i cancelli e schierandosi in assetto antisommossa hanno impedito ai protestanti di entrare. Atti di panico in quel di Chiaiano, in cui i circa 200 attivisti provano a scavalcare i cancelli e si ribellano ai poliziotti, proprio come successe nel 2011 in cui un maggior numero di persone marciò nello stesso punto per chiedere la chiusura della discarica. Nessuno scontro però ieri, la marcia infatti è terminata pacificamente ottenendo il permesso di ingresso alla discarica di terminare l’assemblea. La protesta è scattata per una nuova minaccia ad un’altra delle cave di Chiaiano, Cava Zara, che pare essere stata individuata per un nuovo invaso di stoccaggio rifiuti. La richiesta degli attivisti è “bonifica immediata e mai più invasi nelle cave di Chiaiano”, ex polmone verde della zona. Una notizia abbastanza sconcertante se si pensa che sono di qualche giorno fa gli arresti intimati dalla magistratura a 17 persone individuate come appartenenti a clan camorristici e responsabili della realizzazione dell’intera discarica di Chiaiano. Tra i duecento manifestanti anche delle personalità politiche come il sindaco di Mugnano, Porcelli e quello di Marano, Liccardo.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui