“Bring Back Our Girls” continua: sabato si terrà a Parigi un vertice sulla sicurezza dei Paesi confinanti con la Nigeria per affrontare la questione; tra gli invitati vi sono anche gli Usa e la Gran Bretagna. Non solo: nella giornata di ieri, la Bbc riferisce che il governo nigeriano è pronto ad avviare colloqui con Boko Haram e che il presidente Goodluck Jonathan ha chiesto al Parlamento di votare affinché lo stato d’emergenza nel nord-est del Paese – preda degli attacchi di Boko Haram – sia prolungato di sei mesi. [divider]Sono passati due giorni dal video di 17 minuti, diffuso dai Boko Haram, che in poco tempo ha fatto il giro del mondo e che mostrava circa cento delle ragazze sequestrate in un raid, avvenuto lo scorso 14 aprile, del sopra citato gruppo terroristico in un collegio femminile a Chibok (stato del Borno) in Nigeria. Erano 276 le giovani rapite; di loro 50 sono riuscite a fuggire, qualcuna è morta e altre 223 sono ancora disperse. Sono quasi 300mila le persone nel mondo che hanno firmato la petizione “Bring back our girls”, (che letteralmente sarebbe “riportate indietro le nostre ragazze”). Non solo la causa ha visto pregare Michelle Obama e papa Francesco, ma alla campagna sui social network con l’hashtag di solidarietà “Bring Back Our Girls”, si sono uniti anche Sean Penn, Justin Timberlake, Ashton Hutcher, così come al corteo per il rilascio delle studentesse a Parigi, hanno partecipato anche Carla Bruni e Valerie Trierweiler. Le liceali, rapide con l’inganno – come riportato dall’Huffington Post – sono state riprese sedute, con il velo e degli sguardi segnati dalla paura e dall’impassibilità, mentre recitavano il primo capitolo del Corano. [divider]Tanti i dubbi sulla veridicità del filmato, anche perché molte delle donne coperte dal velo, sembrano essere più grandi di adolescenti; ma, a quanto pare una madre ha riconosciuto la propria figlia. Convertite all’Islam, sequestrate – come affermato nell’ out-out del video di Abubakar Shekau, il leader della setta di Boko Haram – fin quando non saranno rilasciati i “fratelli” di Boko Haram, tenuti prigionieri nelle carceri nigeriane. Una durissima condizione dinnanzi alla quale il governo non ha voluto, almeno inizialmente, cedere. Non si sa ancora che fine abbiano fatto le altre ragazze non presenti avanti alla telecamera, tuttavia – secondo la testimonianza degli abitanti dei villaggi limitrofi – alcune giovani sono state obbligate a sposare i loro rapitori, altre sono state vendute per 12 dollari, altre ancora sono state portate in Chad e in Camerun. Nonostante il governo abbia deciso di trattare per una riconciliazione, la vita di molte studentesse ormai è già segnata e le loro madri non le incontreranno, probabilmente, mai più. Nel frattempo che ci siano nuovi sviluppi sulle trattative non ci resta da fare altro che unirci al coro e alzare il cartello: “Bring Back Our Girls”.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui