
il testo
Una casa qualunque, anche un po’ triste e grigia, in una periferia della capitale… che è la casa della nonna! Questa la location della brillante e irriverente commedia di Roberta Skerl, che ci porta, in maniera sagace e briosa, in una periferia romana. Ed è qui che incontriamo persone-personaggi che potrebbero essere del nostro quotidiano, ognuno con i propri problemi e le proprie esigenze, dal risvolto ora drammatico e accorato, ora comico, improvvisamente illuminato da un’ironia che irrompe come un raggio di sole fende nere nuvole. Ma questa umanità, sempre in bilico tra speranza e sconforto, ha una disperata voglia di vivere… che vince sempre!

la storia
Elia e Sara sono una coppia logorata dagli accadimenti della vita, dalle scelte che un destino balordo (e il destino lo è sempre!) ha imposto loro. Il marito è affetto da una malattia invalidante che, complici le ‘prodezze’ del figlio Mirko, ha messo in ginocchio l’intera famiglia, traumatizzando la sorella Serena e buttandoli sul lastrico costringendo tutti a trasferirsi dalla madre di Elia. Ciliegina sulla torta le inopportune incursioni di Tullio, ‘degno’ amico di Mirko!
A condire il tutto “BELIEVE IT! Credici!”, condotto dal ciarlatano Dottor Soltz, programma diseducativo che fa il verso alla tv spazzatura di cui Serena, muta e immobile, ingurgita puntata dopo puntata.
Da qui un avvicendarsi di momenti che fanno del misero appartamento di nonna Elvira un tragicomico palcoscenico.

il cast
Bravi e affiatati i componenti della compagnia. Francesco Stella è un comicissimo Tullio, lo squinternato amico di Mirko; spassoso e ironicamente sulle righe, Pietro Becattini veste i panni paillettati del Dottor Soltz, di cui Serena, un’efficace Francesca Bruni Ercole, segue avidamente il reality. Nella sua intensa e sfaccettata interpretazione, Gabriel Durastanti porta in scena un Mirko provocatorio e ribelle, ma che nasconde infondo i suoi sensi di colpa e le sue fragilità.

Brillanti Alessandro Salvatori e Veronica Milaneschi, vestono con equilibrio e maestria i panni di Elia e Sara. Alessandro Salvatori, senza mai valicare i limiti della credibilità, dà spessore alla figura di un marito e padre che si sente fallito per il suo limitante disagio fisico, sempre in bilico tra rabbia e rassegnazione, nell’intimo e così umano senso di incapacità che gli impedisce di gestire le vicende familiari. Veronica Milaneschi è uno scricciolo di madre che in scena si fa gigante, misurata e di grande impatto nel dar vita ad una donna dilaniata dalla forsennata ricerca di stabilità economica, ma soprattutto dal dolore per lo sgretolarsi della famiglia… ma mai arresa, sempre combattiva, con momenti di angoscia o disperazione che trafiggono il cuore.

E per ultima, come spetta alle dive, Lorenza Guerrieri, una nonna Elvira appassionata e tenera, che stempera ogni tensione dall’alto del suo vissuto, riuscendo sempre a riequilibrare anche le più squilibrate situazioni. La Guerrieri è la punta di diamante della compagnia, magnifica nella sua presenza scenica ammaliante, nella voce che si fa calda o roca, nei toni sempre giusti e misurati, e soprattutto vera signora della scena.
la regia
Indovinata la regia di Vanessa Gasbarri, che procede lesta, senza indugiare nei risvolti comici, ma neanche in quelli più drammatici, dando ad ogni momento del racconto scenico il suo giusto peso. Così l’intenso e la pièce, garbata, diretta, profonda ma al contempo divertente, non stanca lo spettatore… lasciando che ritrovi nella rappresentazione qualcosa di sé come in uno specchio… E non è forse quello che il teatro deve fare?
Insomma uno spettacolo da non perdere, in replica fino al 30 aprile al Tetro7 di Roma (www.teatro7.it).