
Ormai è diventato il nostro compagno di viaggio. Un amico insostituibile, l’ancora di salvezza durante le giornate uggiose e la cartina di tornasole delle manifestazioni di egocentrismo. Avete capito bene, si tratta dello smartphone. Nessuno, dall’adolescente alla persona anziana, può farne più a meno. Ha sostituito carte napoletane e tv, la campana in piazza e il giro in centro. Il nostro compagno di vita, però, nasconde varie insidie. Tra le tante, quella della cattiva igiene che deriva dalla scarsa pulizia dello schermo del nostro telefono.
Per farla breve, i batteri sul nostro inseparabile oggetto proliferano a dismisura. Le immagini catturate dall’Università di Surrey, hanno dimostrato l’alta pericolosità dei batteri presenti su tablet e smartphone. Dopo aver “fotografato” i microbi grazie all’utilizzo di appositi vetrini gli studenti della facoltà del corso di Microbiologia hanno constatato la presenza di innumerevoli tipologie batteriche anche dopo solo tre giorni, tra le quali ce n’è una più fastidiosa delle altre. Si tratta dello Staphylococcus aureus, batterio che provoca infezioni alla pelle. A generarlo, basta semplicemente una toccatina alla narici, e dunque al muco nasale. Gesto frequente, a volte inconscio, da evitare. In questo caso, non solo per eliminare un comportamento poco educato ma per non compromettere la salute della nostra pelle.
Perciò, come spiega il docente di Biologia molecolare Simon Park, le tracce presenti su smartphone non comunicano sono il nostro desiderio estremo di comunicare sui social tra la colazione e la ricerca di un parcheggio, attraverso un sms distrattamente poggiato sulla brioche del venerdì, chiamando gli amici per un caffè, ma ci racconta anche la storia dei nostri rapporti interpersonali, dei posti frequentati e amati: la casa, il luogo di lavoro, la palestra, o il pub ed ogni altro luogo o elemento sia entrato in contatto con il cellulare. Così, sporcandolo, hanno lasciato un segno del proprio “passaggio” o di una rimanenza non irrilevante.