
“Anche l’urgenza di distruggere è un’urgenza creativa –Picasso”: sono queste le parole che Banksy, il misterioso artista di Bristol, ha deciso di utilizzare per accompagnare la distruzione di una copia della sua celeberrima “Bambina con palloncino”.
Al termine di un’asta da Sotheby’s, a Londra, in cui il pezzo era stato battuto per oltre un milione di euro, l’opera si è infatti autodistrutta, tramite un meccanismo presente all’interno della cornice, ideata anche questa da Banksy.
Se c’era qualche dubbio su chi fosse stato l’autore di tale sabotaggio, ora non vi sono dubbi: è stato lui stesso, in un atto di estrema ribellione che non ha precedenti nella storia dell’arte.
Con questo gesto, infatti, il writer ha deciso di mandare un ennesimo e più duro messaggio a chi tentava di mettere in vendita le sue opere, nonostante egli si fosse battuto più volte contro la commercializzazione dell’arte.
Nonostante questo, però, il valore del Banksy tagliuzzato è salito alle stelle, andando a dimostrare che non si scappa tanto facilmente dalle dure leggi del mercato.
Secondo i più scettici, questo sarebbe stato l’intento originale dell’autore, che, dopo aver battuto il precedente record per l’asta più remunerativa, adesso possiede un’opera unica capace di fruttargli milioni di incassi extra.
“Non abbiamo mai sperimentato una situazione simile in passato, una situazione in cui un dipinto è stato distrutto dopo aver quasi fatto segnare il record dell’artista. Adesso stiamo cercando di capire cosa significhi nel contesto di un’asta.” Ha dichiarato Alex Branczik, senior director dell’arte contemporanea di Sotheby’s. Il vincitore, infatti, potrebbe anche decidere di rifiutare di ritirare l’opera, in virtù di una legge che permette di annullare l’asta in caso di danneggiamento.
Ci si trova in un clima di gran confusione, dunque, che sta a testimoniare quanto Banksy sia stato capace di rivoluzionare il mondo dell’arte con una sola mossa.
A pagarne le spese, per ora, è stato soltanto un imitatore dell’artista inglese che, peccando di eccessivo narcisismo, ha deciso di ridurre in pezzi una copia dello stesso quadro dal valore di 40mila sterline. Il risultato? Gli è stato comunicato che adesso, l’opera inimitabile che possedeva si è trasformata in semplice carta straccia dal valore di una sterlina.
Questa, quindi, è solo l’ulteriore dimostrazione di quanto Picasso avesse ragione: anche la distruzione è arte, se messa in atto dall’uomo giusto.