
E’ iniziata la primavera, e con essa la lunga stagione europea della terra rossa che culminerà a fine maggio nel Roland Garros; ma già queste prime due settimane di tornei hanno fornito importanti indicazioni per valutare lo stato di forma dei tennisti.
La prima notizia è che, anche sul mattone tritato, questa stagione 2019 non ha espresso un padrone; chi si aspettava il dominio del solito Nadal, infatti, sarà rimasto deluso, considerato che il Majorchino non è andato oltre la semifinale sia a Montecarlo, agevolmente superato da Fabio Fognini, che a Barcellona, dove è stato sconfitto dallo scatenato Thiem. Rafa, evidentemente ancora lontano dalla sua forma migliore, sembra non essersi ripreso dal lieve infortunio che a marzo lo ha costretto a ritirarsi prima della semifinale di Indian Wells che lo avrebbe visto contrapposto a Federer; dal gioco espresso nelle ultime settimane, sembra che il numero due al mondo stia macinando gioco evitando di affaticarsi, così da rientrare in forma e arrivare in grande spolvero agli imprescindibili appuntamenti di maggio di Roma e Parigi.
La seconda notizia è che il tennis italiano sembra finalmente avere un atleta capace di fare il salto di qualità ed entrare nei top 10; il nostro Fabio Fognini, infatti, avendo conquistato a Montecarlo il suo ottavo titolo in carriera e, cosa ben più importante, il suo primo torneo ATP1000, si è innalzato al 12imo posto nella classifica mondiale, raggiungendo la sua migliore posizione di sempre e ponendosi ad un soffio dall’olimpo. I campi del Principato di Monaco sono parsi davvero benedetti per il ligure, il quale si è affermato in un torneo di massima categoria, al cui nastro di partenza erano schierati ben sei atleti tra i migliori dieci del mondo, battendo lungo la via tre tennisti piazzati meglio di lui tra cui due top5 (Zverev e Nadal). Fognini ha dimostrato ancora una volta lo straordinario talento che lo ha portato a stazionare stabilmente tra i primi venti al mondo, accompagnandolo però a quella solidità emotiva e psicologica che distingue il campione dal grande giocatore e che troppo spesso gli è mancata nella sua comunque splendida carriera. A 31 anni, Fabio non è più giovanissimo, ma il tennis contemporaneo (vedi su tutti gli immortali Federer, Djokovich e Nadal) ci insegna che anche dopo i trenta un tennista può ancora esprimersi al meglio, approfittando dell’esperienza maturata; ormai sembra non essere più vero quel che diceva Jimmy Connors, famoso tra l’altro per aver calcato i campi professionistici con successo ben oltre i 35 anni, e cioè che “nel tennis l’esperienza è una cosa utilissima; peccato che quando ne hai fatta abbastanza, sei troppo vecchio per approfittarne”. Insomma il nostro eroe, complice la sua sostanziale integrità fisica, dovrebbe avere davanti a sé ancora alcuni anni per approfittare della saggezza che deriva dall’età ed esprimere, finalmente!, tutto il suo potenziale. Intanto, ed anche questa è una novità per il tennis italiano degli ultimi anni, grazie al successo monegasco, Fognini è tra i primi otto nella Race To London, la speciale classifica ATP stilata sulla base dei risultati del solo 2019.
Purtroppo, l’impresa di Montecarlo sembra aver affaticato il nostro top player, che ha preferito saltare il successivo torneo ATP500 di Barcellona ritirandosi all’ultimo momento per un leggero problema fisico. Il torneo spagnolo è un classico della primavera europea molto ben frequentato, data la presenza nel tabellone di ben cinque top10, con la testa di serie numero 1 assegnata a Rafa Nadal che però, come si è visto, non è riuscito ad andare oltre la semifinale, in cui è stato battuto con un duplice 6-4 da Dominic Thiem; il venticinquenne austriaco, numero cinque al mondo in grande spolvero dopo la vittoria dell’ATP1000 di Indian Wells dove ha battuto Roger Federer in una finale tiratissima, ha poi vinto il torneo superando in finale il giovane russo Danil Medvedev e aggiudicandosi così il suo secondo torneo stagionale su due superfici diverse. Senza storia la finale: dopo un incerto avvio di primo set, in cui è andato sotto per 0-3, Thiem ha letteralmente dilagato, annichilendo l’avversario in appena un’ora e 14 minuti con il punteggio di 6-4 6-0, anche grazie ad un uso sapiente, e di questi tempi inconsueto, della palla corta.
Infine, i più grandi complimenti vanno a Matteo Berrettini; il ventitrenne romano, dopo l’affermazione di marzo nel Challenge di Phoenix, ha fatto l’impresa vincendo, senza essere testa di serie, il suo secondo titolo nel circuito maggiore all’ATP250 di Budapest e raggiungendo così il 37imo posto nel ranking mondiale, sua migliore classifica di sempre. Dopo aver perso il primo set per 4-6, Berrettini si è ripreso la ventosissima finale imponendosi al primo match point sul croato Krajinovic in un’ora e 41 minuti, dimostrando di avere grandi capacità di concentrazione e tenuta del match nonostante la giovane età.
La stagione 2019 sulla terra rossa ha dato fin’ora grandi soddisfazioni al tennis italiano; oltre a Fognini e Berrettini, anche Marco Cecchinato ha vinto un titolo nel 2019, avendo conquistato a febbraio l’ATP250 di Buenos Aires; l’augurio è che, anche per onorare il riconoscimento dato all’Italia con l’attribuzione delle ATP Finals a Torino (https://www.linkazzato.it/atp-finals-a-torino-dal-2021-al-2025/), la buona vena dei nostri giocatori continui e si concretizzi nelle prossime settimane, con un occhio particolare agli internazioni BNL di Roma.

