
Si è conclusa con grande partecipazione la terza edizione dell’Archeofestival, il progetto che da gennaio a giugno 2025 ha animato alcuni dei territori più ricchi di storia della Campania. Organizzato dal Gruppo Archeologico Terramare 3000 in collaborazione con associazioni, enti del Terzo Settore e amministrazioni pubbliche, l’Archeofestival rientra nel progetto «Dalla Terra promessa alla Terra Permessa» promosso dal Mo.V.I. Campania. Un percorso culturale e sociale nato per riscoprire siti archeologici spesso poco conosciuti ma di straordinario valore, favorendo al contempo la partecipazione attiva delle comunità locali.
L’edizione 2025 ha registrato numeri significativi, confermando la costante crescita del progetto: complessivamente sono stati oltre 2700 i partecipanti che hanno preso parte alle varie tappe, con una media di circa 300 presenze a evento. Longola, tra Poggiomarino e Striano, ha fatto registrare il picco massimo con 453 prenotazioni, mentre la tappa inaugurale di Sarno ha visto 164 presenze. A questi dati si aggiunge il grande riscontro sui social network, dove i video divulgativi prodotti durante il festival hanno sfiorato le 100.000 visualizzazioni, segno di un interesse sempre più diffuso verso l’iniziativa. Fondamentali anche i reel del gruppo Laila, che ha documentato con puntualità ogni tappa del festival.
Quest’anno il filo conduttore del festival è stato il racconto della storia campana attraverso la figura femminile, dalle principesse dell’età del Bronzo alle matrone romane, dalle protagoniste della Pompei imperiale fino ai racconti di figure leggendarie e letterarie come Fedra. E poi la Sciamana dell’età del bronzo di Nola, le principesse Sarraste, le matrone romane (Giulia Felice, Eumachia, Asellina e le altre). Ogni tappa ha offerto visite guidate, attività didattiche, rievocazioni storiche e spettacoli teatrali, grazie anche al sostegno della SCABEC, che ha finanziato la realizzazione di pubblicazioni e performance rievocative.
«Siamo orgogliosi del risultato raggiunto — afferma Linda Solino, presidente del Gruppo Archeologico Terramare 3000 — perché ancora una volta l’Archeofestival ha saputo coniugare divulgazione scientifica e partecipazione popolare, mettendo insieme studiosi, volontari, famiglie e studenti. È un progetto che cresce grazie al lavoro di squadra e alla sinergia con le amministrazioni comunali, gli enti culturali e le realtà associative del territorio. I numeri di questa edizione confermano che la formula funziona e che c’è un pubblico attento e desideroso di scoprire il nostro straordinario patrimonio archeologico, anche al di fuori dei circuiti turistici più conosciuti.»
L’Archeofestival tornerà nel 2026, con l’obiettivo di arricchire ulteriormente il programma e coinvolgere nuovi luoghi e nuove storie da raccontare.