
L’8 febbraio 2015 segna una tappa fondamentale per la storia della Rai. Questa domenica, infatti, è stata lanciata la nuova piattaforma web Ray.Rai.it. Rivolta ad un pubblico giovane e connesso, Ray permette di entrare in relazione con i contenuti della tv generalista, ormai messi da parte dalle nuove generazioni digitali, in una modalità in linea con le tendenze interattive e multimediali.
Soprattutto per gli appassionati di serie tv ci sarà molto da scoprire. La piattaforma, infatti, viene lanciata proprio in concomitanza con l’inizio della seconda stagione di “Braccialetti rossi”, in programma domenica 15 febbraio, ma della quale si potranno vedere già i primi 10 minuti in anteprima. In questo spazio online, inoltre, saranno disponibili spin off delle serie, casting, web series, giochi e sketch – comedies, tra cui sono già note “Zio Gianni” e “Il candidato”. Nell’ambito dei casting partirà “Due posti al sole”, finalizzato a selezionare due giovani da inserire in alcune puntate di “Un posto al sole”. Ma non finisce qui, poiché tra le produzioni ne risultano anche alcune inedite per Ray. Tra queste troviamo “Cento anni dopo”, con dieci cortometraggi da dieci minuti che mostrano la seconda guerra mondiale ai nativi digitali.
Da questa ricca offerta si comprende come la Rai abbia raccolto le critiche costruttive degli accademici della comunicazione, che già da tempo sottolineavano la sfida del Servizio Pubblico in tempi di crisi e di convergenza digitale, che avrebbe potuto sopravvivere solo raggiungendo una giovane audience sempre più volta all’on demand, ai canali tematici e alla web tv. In questo modo, con Ray sembra che il Public Service abbia saputo adeguarsi alla digitalizzazione, venendo incontro ai fenomeni interattivi e di condivisione, anche con la possibilità di collegarsi ai social network, in modo da avere maggiore risonanza. Ancora, si prospetta una crescita, in questo allargamento del pubblico, di contenuti user generated, assecondando lo sviluppo dei fenomeni di fandom già largamente diffusi tra i prosumers, che prima ancora di essere consumatori e utilizzatori si servono della rete per manifestare la loro creatività.
Staremo mica assistendo ad una democratizzazione dei contenuti che determinerà una svolta epocale nella tv generalista? Come la prenderà la concorrenza, ma soprattutto, i giovani riusciranno a cogliere la portata di questo cambiamento? La risposta ci arriverà presto e sarà virale.