
La serata del 3 Luglio 2025 è stata intensa e pregna di emozioni alla cerimonia conclusiva della LXXIX edizione del Premio Strega. Nella splendida cornice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Rai 3 ha trasmesso in diretta con la conduzione di Pino Strabioli. Sul palco, tra ovazioni e riflessioni, sono intervenuti ospiti come l’attrice Anna Foglietta, che ha recitato un coinvolgente monologo in omaggio al genio di Pasolini; il violinista Rodrigo D’Erasmo e il cantautore Roberto Angelini, hanno accompagnato la voce suadente di Filippo Timi nella lettura di alcuni passi selezionati delle opere in gara.

Al termine dello spoglio, il vincitore con “L’anniversario” (edito da Feltrinelli), è stato Andrea Bajani, con un romanzo presentato da Emanuele Trevi, ottenendo 187 voti, secondo alcuni fonti 194 in un conteggio finale, che lo hanno consacrato al primo posto. Il romanzo, dai toni autofiction, racconta la rottura definitiva di legami familiari improntati sulla violenza e sui silenzi, segnando un anniversario drammatico e personale.
Medaglia d’argento ad Elisabetta Rasy con “Perduto è questo mare” (edito da Rizzoli), che esplora un rapporto omosessuale, in una Napoli misteriosa e attraente.
Ultimo del podio, con 117 voti, c’è Nadia Terranova con “Quello che so di te” (edito da Guanda). Romanzo in cui una famiglia scruta gli effetti della follia su varie generazioni, toccando antichi traumi attraverso la figura della bisnonna.
Al quarto posto, Paolo Nori con il suo “Chiudo la porta e urlo” (edito da Mondadori).
Quinto classificato per Michele Ruol con “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” (edito da TerraRossa), con rispettivamente 103 e 99 voti.

In questa edizione dello Strega, al centro storie familiari aspre, rielaborate con voci autentiche e riflessive in cui, l’elevato numero dei votanti tra “Amici della Domenica”, giurati internazionali, scuole e lettori forti, e alla partecipazione di ex vincitori come Donatella Di Pietrantonio (Presidente del seggio di voto), si è respirato un senso di comunità e passione letteraria.
E così, sotto la luna romana, il Premio Strega si è chiuso come una bottiglia di liquore amaro che lascia in bocca il sapore forte delle storie vere, distillate in anni di vita e pagine, e brucia quanto basta per ricordare che la letteratura non consola ma sveglia.
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