
“Il settore del gioco è un polmone economico per le entrate dello Stato. Necessario un punto d’incontro con le banche”
Napoli, 21 giugno 2025 – “Il comparto dei giochi legali rappresenta un polmone economico per le entrate dello Stato. È quindi fondamentale che si trovi un punto d’incontro tra le strutture che operano nel settore e gli istituti bancari, affinché l’intero sistema possa funzionare in modo trasparente e sostenibile”. Lo ha dichiarato il Prof. Giuseppe Catapano, Rettore dell’Università AUGE, intervenendo al convegno promosso da AGSI – Associazione Gestori Scommesse Italia – dal titolo “Giochi legali: regole e dazi certi e sostenibili”.
Il Rettore ha posto l’accento su una criticità che continua a penalizzare il comparto: “Il vero nodo della questione è il rapporto tra le strutture di gioco e il sistema bancario. Le banche non possono impedire operazioni finanziarie a soggetti autorizzati, appellandosi esclusivamente a criteri etici. L’attività è regolata e sottoposta a controlli normativi. Per questo è lecito chiedersi perché il MEF non vigili in modo più incisivo sulla corretta applicazione delle norme”.
Catapano ha inoltre sottolineato come la discriminazione da parte degli istituti bancari rischi di favorire fenomeni criminali: “Negare aperture di conti correnti o servizi finanziari alle categorie autorizzate, in nome di un codice etico, è non solo scorretto ma pericoloso: si agevolano di fatto i circuiti illegali. Ci sono anomalie contrattuali e informative che vanno corrette. Serve chiarezza, accompagnamento normativo e una riforma culturale e tecnologica del sistema bancario”.
L’intervento si è concluso con un appello alla collaborazione istituzionale e alla consapevolezza collettiva: “Con AGSI vogliamo avviare un percorso condiviso di informazione e formazione. Non possiamo ricordarci di questo comparto solo nei momenti di crisi, come accade con gli artisti dopo la loro morte. È necessario dare riconoscimento al lavoro quotidiano di chi opera nella legalità, con regole certe e trasparenza. In Spagna il gioco è regolamentato da decenni, mentre in Italia è ancora percepito con sospetto. È tempo di cambiare mentalità”.