
Con la solennità di Ognissanti si festeggiano coloro che, peccatori come ognuno di noi, hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù e attraverso i loro desideri, le loro umane debolezze e sofferenze, hanno voluto lasciarsi bruciare dall’amore e scomparire affinché Gesù fosse progressivamente tutto in loro.
Ecco, quindi, che il significato della Comunione dei Santi assume una duplice, ma intersecata valenza: «comunione alle cose sante (sancta) e «comunione tra le persone sante (sancti)». «Sancta sanctis!» – le cose sante ai santi: così il celebrante, nella maggior parte delle liturgie orientali, proclama al momento dell’elevazione dei santi Doni, prima della distribuzione della Comunione. I fedeli (sancti) vengono nutriti del Corpo e del Sangue di Cristo (sancta) per crescere nella comunione dello Spirito Santo e comunicarla al mondo.
L’origine della festa di Ognissanti è molto antica, ma non tanto da ritrovarla già nei testi biblici.
E’ stata istituita dalla Chiesa “pellegrina sulla terra” ed inizialmente celebrava tutti coloro che erano morti come martiri, soltanto successivamente è andata a commemorare tutti i santi, quelli conosciuti e anche quelli sconosciuti.
Nel 610 d.C., papa Bonifacio IV stabilì la data del 13 maggio per la commemorazione di tutti i Santi.
Per arrivare al 1° novembre si dovette aspettare almeno un secolo con Papa Gregorio III e ancora un altro secolo (siamo intorno all’835) con Papa Gregorio IV per farne una festa mondiale. Questa decisione fu anche influenzata dalla volontà di cristianizzare le festività pagane che cadevano in quel periodo, come la festa celtica di Samhain.
Papa Pio X l’ ha aggiunta all’elenco delle otto feste cristiane.
La rivoluzione francese decapitò anche questa festa e Napoleone, nel 1802 la ripristinò.
Ognissanti è celebrata in molti paesi del mondo, specialmente in quelli di tradizione cattolica.
In Italia, la festa è un giorno festivo nazionale. Altre nazioni che osservano questa festa includono Spagna, Francia, Polonia, Filippine e parti dell’America Latina.
I messicani, che notoriamente non amano fare troppe cose, il primo novembre, in un sol colpo, festeggiano sia Tutti i Santi che il “Día de los Muertos” (Giorno dei Morti) e così il due novembre sono liberi.