

[dropcap]L[/dropcap]’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la Sclerosi Multipla (SM) come una delle malattie socialmente più costose. Nello specifico, si tratta di una malattia autoimmune a decorso cronico della sostanza bianca del sistema nervoso centrale, caratterizzata da un andamento progressivamente invalidante, che colpisce principalmente la popolazione nella fascia di età più florida (tra i 20 e i 40 anni). La Sclerosi Multipla è infatti la più frequente patologia neurologica d’origine non traumatica in giovani adulti e per le sue caratteristiche ha un impatto notevole sulla qualità di vita. Nel mondo si contano circa 2,5 milioni di persone con Sclerosi Multipla, di cui 400.000 in Europa. Si stima che in Europa l’ incidenza maggiore della malattia si presenti nelle regioni al Nord rispetto al Sud. I dati sono stati diffusi in occasione della presentazione di un’ indagine di “Cittadinanzattiva” sui Centri SM del Lazio. Nel quadro europeo, l’Italia viene identificata come una delle zone ad alto rischio per la Sclerosi Multipla. Sono circa 63.000 le persone affette da SM, 1 ogni 1000 abitanti, con 1800 nuovi casi l’anno, che equivalgono ad 1 nuova diagnosi ogni 4 ore. [divider]Lo scenario evidenziato dall’ultimo ”Barometro” (2010) della European Multiple Sclerosis Platform (EMSP) raffigura un Continente in cui le differenze tra i 29 Paesi sono più ampie delle somiglianze. Diversi sono gli indicatori presi in considerazione dal rapporto. L’accesso al trattamento ed alle terapie, innanzitutto. In Italia l’80% dei pazienti ricevono un trattamento sintomatico, per questo dato il nostro Paese si registra ai primi posti di tale graduatoria. Quanto all’accesso ai centri di riabilitazione in Austria, Danimarca, Germania, Islanda, Norvegia e Svizzera il 100% delle persone affette da Sclerosi Multipla hanno accesso ai centri di riabilitazione, mentre in Italia il servizio è garantito soltanto al 60% dei pazienti. Tra i malati ricoverati in ospedale, la percentuale di coloro che ricevono servizi di riabilitazione va dal 100% della Repubblica Ceca e della Spagna, al 60% della Lituania, scendendo al 10% dell’Italia, fino all’1% del Portogallo e della Russia. La percentuale dei pazienti che possono contare su servizi di riabilitazione una volta dimessi dall’ospedale, invece, va dall’80% di Germania e Repubblica Ceca, al 2% della Russia. Per quanto concerne l’Italia circa alla metà degli affetti è garantito l’accesso a questo servizio. Nel Lazio i Centri specializzati e dedicati alla Sclerosi Multipla, con i relativi servizi di assistenza, sostegno e terapie nell’ambito della diagnosi e della cura della patologia sono in totale 20 in 17 strutture. Come al solito il nostro Paese in fatto di Sanità e di cure adeguate per gli ammalati, non è mai tra i primi posti in Europa. Le garanzie, dunque, sono poche quindi per curarsi in maniera adeguata non resta che trasferirsi all’estero.
Massimiliano Notaro