
Inaugurata il 29 marzo 2021, sotto la Galleria Principe di Napoli presso la Bicycle House, la prima Casa del Rider in Italia.
All’evento presenti: Adele Pomponio, direttore regionale Vicario Inail Campania; Alessandra Clemente, assessore al Patrimonio del Comune di Napoli; Luca Simeone, presidente Associazione Napoli Pedala; Cinzia Massa, segretaria Cgil Campania Napoli; Andrea Borghesi, segretario generale Nidil Cgil nazionale.

Si tratta del primo progetto del genere a livello nazionale e vede coinvolti l’Inail – Direzione regionale Campania, la Nidil Cgil Napoli e l’associazione Napoli Pedala, con il patrocinio morale della Presidenza della Camera dei Deputati e del Comune di Napoli.
Lo scopo è quello sottrarre i rider alle logiche di sfruttamento delle multinazionali del delivery, ma vuole anche rappresentare uno spazio vitale per questi lavoratori che se ne stanno appostati in giro per le strade e davanti ai ristoranti in attesa di conoscere il ‘destino’ delle loro consegne.
Durante il periodo invernale i rider tendono a lavorare anche con condizioni metereologiche avverse pur di lavorare.
Un luogo in cui i rider si possano riposare, ricaricare i device, incontrare per socializzare, confrontarsi ed elaborare la loro condizione di precarietà lavorativa.
Così come raccontano i fatti di cronaca i rider nell’ultimo periodo sono bersagli di percosse, furti e rapine (sia economiche che dei propri veicoli). Durante le ultime manifestazioni in piazza i rider hanno sottolineato che i mezzi sono propri e in caso di furto restano a piedi quindi ne segue senza lavoro; hanno chiesto anche di essere in qualche modo tutelati sul fronte sicurezza.
Tale iniziativa vuole però anche provare a “convincere” i migliaia di riders di Uber a non utilizzare i propri scooter, ma bensì le biciclette che oltre ad inquinare di meno , hanno anche un costo poco elevato e soprattutto riescono agevolmente a transitare anche nelle zone ZTL presenti nella città.
Il problema sarebbe poi però che l’algoritmo del sistema delle multinazionali del delivery spesso assegna al rider una distanza enorme tra gli ordini di consegna , secondo quanto stimato infatti dai promotori per ovviare a questo enorme problema si dovrebbe far sì che si possano fare consegne in un raggio di massimo 7 km, distanza ottimale per il trasporto in bici.

Altri articoli sui rider:
No Delivery Day: https://www.linkazzato.it/no-delivery-day-i-rider-napoletani-scendono-in-piazza/
Intervista ai rider: https://www.linkazzato.it/uber-eats-ai-tempi-del-covid-19-parlano-francesco-ed-alfredo-2-riders-come-tanti/