
Se nel nostro paese fosse vigente la monarchia come forma di governo, e questa fosse nominata a suffragio universale, ebbene, potremmo tranquillamente affermare che i cittadini napoletani, a furor di popolo, avrebbero proclamato Diego Armando Maradona Re di Napoli. Non potendo arrivare a tanto, il sovrano in pectore si è dovuto accontentare, 3 anni fa, solo della cittadinanza napoletana onoraria. Un’onorificenza che sa di riconoscenza e gratitudine, accettata dal reuccio con grande gioia ed ammirazione.
Buon compleanno Diego
Il popolo napoletano, eternamente grato al suo idolo indiscusso, anche oggi nel 60esimo genetliaco del Pibe de Oro è pronto a rendere omaggio al fenomeno del calcio, riconfermando e rinnovando, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutto l’affetto che negli anni c’è stato, e tutt’ora persiste, tra Diego e la città di Napoli.
Un mito che attraversa generazioni
L’illimitato bene è stato conquistato fin dal suo primo giorno a Napoli nel lontano 5 luglio 1984, poi difeso in campo vestendo la maglia azzurra come una seconda pelle ed infine conservato oltre ogni possibile lontananza. È vero, Diego il D10S, come è simboleggiato in città, si è dimostrato più napoletano di molti napoletani portandosi Partenope nel cuore e in giro per il mondo. Anche se come uomo ha speso la sua vita in modo spesso censurabile, come professionista del calcio giocato non si discute. Campione assoluto e mondialmente riconosciuto, le sue prodezze hanno affascinato tifosi e non, la sua fama non conosce tramonto, il suo mito attraversa le generazioni. Il riscatto sociale che quest’uomo ha realizzato, con i piedi, col sinistro specialmente, per questa città non ha prezzo, con lui il Napoli di Maradona, così viene individuato il periodo del calcio Napoli 1984/1990, ha collezionato i più grandi risultati, indimenticabili i due scudetti e la coppa Uefa. Maradona è riuscito a condurre una squadra ai massimi vertici in competizione con i grandi club, ha emozionato migliaia di tifosi, ha appassionato al calcio grandi e piccini, e c’era chi si recava al S. Paolo solo per vederlo giocare a prescindere dalla fede calcistica.
Lo scugnizzo argentino riporta alla mente partite dense di emozioni, gesti atletici mai visti e che ancora nessuno è riuscito ad eguagliare. Non ci resta che augurare buon compleanno e lunga vita a Re Diego, l’ultimo n. 10, definito “Uno di noi”, perché chi ama non dimentica, come recita uno slogan stampato sulle magliette.