
Il Napoli di Ancelotti avanza a corrente alternata, con una modalità discontinua. In una partita esalta e diverte ma in quella successiva, purtroppo, si spegne lasciando a desiderare. Questa sorta di corrente alternata che alimenta le singole performance, questo continuo stop and go, finisce per irritare e deludere.

Gli azzurri non sfruttano l’occasione
Il Napoli, domenica scorsa, non ha saputo sfruttare il buon vento della vittoria contro il Salisburgo. Nella squadra partenopea infatti non si riscontra l’istinto che conduce ad approfittare delle ghiotte occasioni quando queste si presentano.
Così come a Torino, dove gli azzurri non seppero avvalersi dello scontro diretto tra Inter e Juve per rosicchiare qualche punto, anche a Ferrara, nella 9 giornata di campionato, non sono stati capaci di farlo.
In altre parole i pareggi di Juventus ed Inter, negli anticipi di sabato, avrebbero dovuto esasperare la voglia e la necessità di vincere contro i felsinei per accorciare il gap che divide il Napoli dalle prime in classifica.
Napoli frenato sul paraggio dalla Spal
Invece dopo il gol di Milik al 9′, che sblocca la partita, per la squadra ospite comincia il blakout. Il Napoli 2.0 di Ancelotti non esprime gioco, personalità, grinta, costanza e mentalità vincente. Tant’è che al 16′ la Spal mette in pari il risultato con Kurtic. Nella ripresa, allo stesso modo, viene mortificata ogni ambizione del Napoli che prova attraverso diverse manovre ad arrivare alla conclusione favorevole, fallendo però ogni tentativo per ritornare in vantaggio. Nemmeno l’entrata di Llorente risulta efficace dal momento che allo spagnolo non arrivano cross alla sua altezza. L’unico brivido rimane il palo colpito da Fabian Ruiz nel finale.
Infine neanche il braccio in area di Vicari riesce a smuovere le cose. Dapprima per l’arbitro è rigore, ma poi, invitato a rivedere l’azione al Var, La Penna annulla la sua precedente decisione.
Un’altra occasione persa. Il pareggio rimediato con la Spal infatti non sposta la classifica ed il Napoli non solo non accorcia su Juve ed Inter ma perde punti preziosi anche dall’Atalanta che, asfaltata l’Udinese 7-1, stasera sarà al San Paolo con tre punti di vantaggio sul Napoli.
Le pagelle di SPAL-Napoli a cura di Andrea Raguzzino
OSPINA. Sarà anche un secondo portiere, ma certamente non fa rimpiangere il titolare. Al 51′ salva la sua porta con un balzo felino a totale spregio della propria salute, garantendosi un posto nell’album delle parate da incorniciare. Miracoloso. Voto 8.
MALCUIT. Si conferma utilissimo in fase offensiva, dispensando cross a destra ed a manca, e migliora anche in fase passiva. Più che sufficiente fino all’infortunio che purtroppo lo costringe ad uscire. Efficiente Voto 6 più.
CALLEJON dal 69’. Gioca il suo scorcio di partita senza alcun entusiasmo, e questa specie di ignavia gli toglie ogni visione di gioco. Inutile. Voto 5.
KOULIBALY. Si ritrova al comando di una reparto raffazzonato e fa quel che può in modo da far funzionare le cose e dare una certa sicurezza alla squadra. Sufficiente. Voto 6.
LUPERTO. Senza infamia e senza lode. Non commette errori gravi ma certo non fa brillare gli occhi; quel suo modo presuntuoso di non liberare mai con un bel rinvio lungo rischia di diventare pericoloso. Merita comunque una sufficienza un po’ stentata. Tronfio. Voto 6 meno.
DI LORENZO. Per ragion di patria è ancora costretto a sinistra, dove non riesce ad esprimersi al meglio soprattutto portando la sua croce con pazienza e senza errori. Disciplinato. Voto 6.
ELMAS. Potrebbe essere tra i migliori, ma purtroppo è tra i peggiori. A dire il vero sbaglia spesso, e da un suo errore madornale viene fuori il pareggio della SPAL. Imperdonabile. Voto 5 meno.
FABIAN RUIZ dal 54’. Quando entra cambia tutto ed il semplice pressing si tramuta in assedio. Fa pesare il fisico e dimostra tutta la sua classe approfittando dell’ottimo assist di Insigne al 74’ per sparare un tiro a giro da manuale, che solo il palo riesce a fermare. Sfortunato. Voto 7.
ALLAN. Non è ancora al meglio ma in netto miglioramento. Guida il centrocampo con autorità, recupera e smista con precisione, appare instancabile. Propizia il gol del momentaneo vantaggio con un assist sopraffino. Autorevole. Voto 6 e mezzo.
ZIELINSKI. Non fa errori, soprattutto perché solo chi non fa, non sbaglia. Se il suo obiettivo era annoiare tutti portando a termine uno svogliato compitino, in sintesi, ci riesce in pieno. Scolastico. Voto 5 e mezzo.
INSIGNE. Sarà l’effetto Champions, sarà la ritrovata pace con l’allenatore sancita da un liberatorio abbraccio, fatto sta che Lorenzo nostro è sembrato il Capitano che serve a questo Napoli, carismatico e talentuoso. Leader. Voto 7.
MERTENS. Non è la sua partita, e non riesce mai a tirare in porta, sebbene contribuisca a far girare le cose lì davanti. Non si può essere sempre al meglio, Ancelotti lo sa e saggiamente lo sostituisce. Soddisfatto. Voto 6.
LLORENTE dal 72’. All’ultimo secondo dell’ultimo minuto va vicinissimo al gol con l’unica palla che arriva dalle parti della sua testa. Se sfruttato meglio dai compagni, avrebbe potuto fare di più. Sottoutilizzato. Voto 6.
MILIK. Conferma la riacquistata fiducia nei suoi mezzi, inizialmente tira in porta e fa gol ma è un po’ meno efficacie quando si tratta di servire i compagni di reparto, e il cross dell’ultimo minuto per Llorente avrebbe dovuto essere più preciso. Centravanti. Voto 7.
ANCELOTTI. Sta costruendo una grande squadra europea, che infatti fa faville inaspettate in Champions. Ma se aspira anche allo scudetto, in realtà dovrebbe insegnare agli azzurri ad approfittare delle occasioni quando queste si presentano. Esterofilo. Voto 6.
ARBITRO LA PENNA. Ancora non è chiarissimo se dare un rigore e poi toglierlo a seguito del VAR sia regolare; lui lo fa, Ancelotti gli da ragione, i tifosi imprecano.