
Migrants sit on the quay after disembarking at Lampedusa harbor, Italy, Saturday, June 29, 2019. Forty migrants have disembarked on a tiny Italian island after the captain of the German aid ship which rescued them docked without permission. Sea-Watch 3 rammed an Italian border police motorboat as it steered toward the pier on Lampedusa. (ANSA/AP Photo/Annalisa Camilli) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved]
Nella notte fra venerdì e sabato, la nave Sea Watch 3 dell’ong Sea Watch ha attraccato al porto di Lampedusa e fatto sbarcare i 40 richiedenti asilo che erano a bordo da circa due settimane.
Il governo italiano aveva vietato alla nave di entrare in acque italiane, creando un caso di cui si è parlato in tutta Europa. Lo sbarco è avvenuto senza l’autorizzazione delle autorità, così come l’ingresso nelle acque italiane di tre giorni fa.
Intorno all’1.30 la comandante della nave Carola Rackete aveva condotto la nave in porto disobbedendo al divieto e resistendo a una manovra di disturbo di una motovedetta della Guardia di Finanza. Un’ora dopo l’attracco, non appena è scesa dalla nave, è stata arrestata e ora si trova agli arresti domiciliari. Verrà processata nei prossimi giorni.

Il 12 giugno la Sea Watch 3 aveva soccorso 52 migranti a largo della Libia e si era rifiutata di obbedire alla richiesta del governo italiano di riportarli a Tripoli, in Libia, perché – come gran parte della comunità internazionale – non lo considera un “porto sicuro”, in Libia è letteralmente in corso una guerra civile, e i migranti vengono detenuti, picchiati e torturati.
L’Italia non aveva dato alla Sea Watch 3 il permesso di sbarcare e da due settimane la nave si trovava a largo di Lampedusa, poco oltre la linea di demarcazione delle acque territoriali italiane.
Nel corso di queste due settimane dalla Sea Watch 3 erano state fatte sbarcare donne, bambini e persone con gravi problemi di salute: ma 40 persone restavano ancora a bordo.
Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini si è complimentato con l’ Autorità Giudiziaria commentando l’arresto di Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch che ha forzato il blocco e ha raggiunto il molo a Lampedusa.
Ma è quasi scontro diplomatico con la Germania, la Francia e il Lussemburgo mentre il premier Giuseppe Conte “non si pronuncia”. Il primo ad intervenire è il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Mass: “Salvare vite umane è un dovere umanitario” dice al ministro dell’Interno italiano. “Soccorrere vite umane – ammonisce poi Mass – non può essere criminalizzato”. “Tocca alla giustizia italiana ora chiarire le accuse”, conclude.
Dopo Berlino, un’altra capitale europea prende posizione contro la politica del Viminale ed è un nuovo fronte di polemica con il ministro dell’Interno. “La chiusura dei porti è una violazione del diritto del mare”, dichiara il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner. Secca la replica di Salvini: “Non prendiamo lezioni dalla Francia. Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani”.