
Nelle ultime settimane, da quando il governo gialloverde di Giuseppe Conte è passato dalle parole ai fatti, sono aumentate sensibilmente le polemiche da parte dell’opposizione: il caso più eclatante è stato la chiusura dei porti per la nave “Acquarius”, la quale è rimasta in mare aperto per dieci giorni, con oltre seicento passeggeri, tra i quali donne incinte, anziani e bambini, prima di essere accolta dal governo spagnolo nel porto di Valencia.
Non sono mancate le critiche anche quando il ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha provocato il giornalista e scrittore napoletano Roberto Saviano, minacciandolo di togliergli la scorta, cavalcando l’onda di odio che l’autore aveva già attratto a se esponendo pesanti critiche al governo sulla questione migranti.
Al centro del ciclone mediatico, però, la Lega del segretario Salvini ha guadagnato, almeno secondo i sondaggi, un quantitativo stupefacente di consensi, diventando il primo partito d’Italia.
Una salita così vertiginosa non si era vista dall’ascesa del primo Partito Democratico di Matteo Renzi, capace di risollevare i dem dopo il disastro di Pierluigi Bersani. Anche il Movimento Cinque Stelle, infatti, denominato “il partito del cambiamento”, ha necessitato di un periodo di gestazione molto più ampio, e di una serie di ritrattazioni in corso d’opera.
La forza della Lega salviniana, infatti, sembra risiedere proprio nella coerenza del partito che, dopo la salita al governo con gli stessi 5 Stelle, è stato capace di attuare con costanza il proprio programma e di mantenere le proprie promesse elettorali, per quanto becere e populiste queste possano essere.
Matteo Salvini, dunque, si profila sempre di più come lo statista più determinato e lungimirante della scena politica italiana, capace di oscurare anche il profilo del vicepremier Luigi Di Maio, portando il proprio partito in un posizione di forza nonostante il 17% con il quale la Lega è uscita dalle elezioni del 4 Marzo.
Una blanda opposizione, infine, non ha fatto altro che spianare ulteriormente la strada al leader leghista: la sinistra, infatti, si presenta ancora poco compatta, incapace di fare opposizione e priva di uomini politici di spicco. A tutto questo, inoltre, vanno sommati gli argomenti sollevati, decisamente lontani dalla sfera di interesse degli italiani: l’Unione Europea, almeno nei termini attuali, non trova spazio nei cuori degli italiani.
Serve una forza politica, dunque, capace di spostare l’indice accusatore degli italiani dal povero immigrato al ricco sfruttatore, senza “populismi” né “buonismi” di sorta, altrimenti avremo sempre un Salvini sulla cresta dell’onda.