
Oggi pomeriggio al Complesso di San Marcellino e Festo si è tenuto il seminario” I linguaggi della creatività” protagonista di assoluta eccezione il paroliere Mogol, autore di quasi 2000 canzoni.
L’incontro è stato promosso dall’Osservatorio Territoriale Giovani del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Ateneo Federico II, in collaborazione con Optima Italia, nell’ambito delle attività di StartUp Music Lab.
Giulio Rapetti, in arte Mogol ha ricevuto dal Rettore il Sigillo dell’Università Federico II per il rilevante ruolo che ha svolto, in qualità di autore, nell’ambito dell’industria culturale italiana.

Il paroliere ha tenuto una vera e propria lectio sulla musica pop spiegando come il linguaggio si sia evoluto passando dalla romanza di fattura operistica nella quale la voce ha un ruolo primario al “parlato” di tutti i giorni che caratterizza tutti i cantanti dalla beat generation ai nostri giorni.
Immancabile l’omaggio a Battisti al quale era legato oltre che professionalmente da un’amicizia profonda. Il cantante non sostituì mai il suo amico autore Mogol come lui stesso ha raccontato, passando nell’ultima fase della sua carriera a delle canzoni “non sense” unico sviluppo che dopo una collaborazione cosi proficua, a suo dire, potesse prendere la sua carriera.
Nel corso dell’incontro, è stata eseguita anche una breve analisi del pezzo ” I giardini di marzo”, l’autore ha spiegato che come quasi sempre accade, lui associa alla musica, pezzi del suo vissuto personale ed ha stupito piacevolmente il pubblico degli studenti quando ha fatto eseguire pezzi di cantanti ben più moderni quali Dido e l’italiana Arisa che ha studiato al CET, la scuola di musica in Umbria da lui creata dove si impara a comporre.
“Tutto può essere insegnato anche l’arte” secondo Mogol e soprattutto la cultura dei nostri tempi non passa più nelle Accademie ma attraverso il riconoscimento popolare che a distanza di tempo decreta se quell’autore può essere considerato realmente un poeta… per noi tutti che lo abbiamo ascoltato è già cosi, non abbiamo bisogno di ulteriori conferme, le canzoni di Mogol hanno raccontato la storia degli italiani e soprattutto sono stati una radiografia precisa dei sentimenti di diverse generazioni, canzoni eterne perchè raccontano con un linguaggio semplice ma mai banale i sentimenti di tutti.