
Arabia Saudita- Svolta epocale per il Paese: nella giornata di ieri è caduto il divieto per le donne di potersi mettere alla guida. La concessione ha natura più economica che di tutela ai diritti delle donne.
Con un decreto emesso dal re saudita Salman, le donne potranno stare al volante da Giugno del 2018. L’annuncio è arrivato mediante la tv di stato da Al Arabyia e contemporaneamente trasmetto anche a Washington. Questo è un passo molto importante per il Paese, non solo perchè era rimasto l’ultimo a negare alle donne la guida, ma soprattutto perchè in Arabia Saudita il dislivello con gli uomini è ancora molto accentuato.Le donne infatti, oltre a non poter mostrare il loro volto in pubblico, devo necessariamente e obbligatoriamente essere accompagnate da un tutore di sesso maschile. Non hanno un documento di identità, fatta eccezione per quelle che hanno richiesto ed ottenuto un permesso maschile. Hanno diritto al voto solo per le elezioni locali, possono candidarsi, ma non parlare in pubblico. Solo qualche settimana fa già si era intravista una voglia di apertura del paese che ha concesso finalmente alle donne la possibilità di entrare in stadi per assistere a manifestazioni sportive, anche se sulla pratica sportiva vi sono ancora molti limiti.
La legale sottomissione femminile nel paese sembra si sia indebolita grazie anche alle numerose proteste e agli innumerevoli video di donne che si filmavano al volante. Non sono mancate però le giustifiche più disparate per non concedere tale diritto: guidare avrebbe limitato le possibilità di concepimento e sarebbe stato pericoloso per la stabilità del Regno. Non a caso, lo sceicco, pochi giorni fa, ha dichiarato che le donne non siano in grado di guidare essendo in possesso di solo un quarto del cervello degli uomini.
In realtà questa svolta non avrebbe nulla a che fare con i diritti delle donne ma la radice sarebbe di tipo economico. La vita in Arabia Saudita gira completamente attorno al petrolio. Il calo dei prezzi di quest’ultimo farebbe crescere la necessità di includere le donne nella vita economica e non spendere di conseguenza, i 6.7 miliardi di dollari che il paese investe per autisti e lavoratori stranieri.