
J.S. Bach
Il Palazzo Zevallos di Stigliano impreziosito dalle note di musica barocca. Ieri sera infatti, si è tenuto presso la splendida Galleria d’Italia, il concerto “Bach to Naples-4“. Tale evento è solo uno dei tanti che fanno parte della rassegna “Danze e altre… stravaganze!”

Organizzata dalla Fondazione Pietà de’ Turchini, il festival, giunto alla sua XIX edizione, ha lo scopo di diffondere la la cultura della musica antica. La stagione 2016-17 amplia le collaborazioni con organizzazioni del territorio ed europee, come i festival “Stradella” di Nepi, “Grandezze e Meraviglie” di Modena e “Pergolesi-Spontini” di Jesi, e ancora il Teatro di San Carlo, il Centro Italiano per la Musica da Camera, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Galleria Toledo, l’università Paris-Sorbonne, il Museo Mann, Villa Pignatelli, Gallerie d’Italia Palazzo Zevallos di Stigliano, Accademia Malibran e altri ancora.
La programmazione si svolge in prestigiosi luoghi di musica e d’arte cittadini, tra cui il Memus Teatro di San Carlo, il Museo Archeologico Nazionale, le sedi della fondazione ossia le chiese di Santa Caterina da Siena e di San Rocco a Chiaia e non per ultima proprio la Galleria d’Italia Palazzo Zevallos di Stigliano.

L’esibizione del 23 Maggio, tenutasi presso la sede museale di Intesa Sanpaolo, è una delle ultime, che ha così chiuso il ciclo “Bach to Naples”. A presiedere sul palco è stato un gruppo specialista nella musica del genio di Eisenach, nonché considerato tra le orchestre italiane su strumenti originali di maggiore successo internazionale: La Risonanza di Fabio Bonizzoni, direttore e clavicembalista.
Parliamo in breve del background artistico di questa formazione e della loro esecuzione.
Fabio Bonizzoni e la Risonanza
Fabio Bonizzoni è considerato tra i principali organisti e clavicembalisti della sua generazione. Dopo aver suonato con le più importanti orchestre barocche dei nostri giorni, nel 2004 inizia a dedicarsi interamente alle attività di solista e direttore della Risonanza. Professore di clavicembalo presso il Conservatorio di Musica di Novare e il Conservatorio Reale dell’Aia (Olanda), è anche direttore artistico dei festival Note Etiche e Risonanza in Palazzina Liberty. Tra i titoli principali della sua discografia, si ricordano le Variazioni Goldberg e l’Arte della Fuga di J.S. Bach.

La Risonanza è tra le orchestre italiane su strumenti originali di maggior successo internazionale. Fondato nel 1995, il gruppo ha concentrato la sua attenzione sulla musica di Bach ed Händel, di cui ha registrato l’integrale delle cantate italiane, definita dal mensile Gramophone “il miglior progetto discografico händeliano del decennio”. La Risonanza è ospite regolare nelle più importanti stagioni concertistiche italiane ed estere, nonché nei festival di musica antica. L’orchestra è formata da:
- Fabio Bonizzoni – direzione e clavicembalo
- Marco Brolli – flauto traverso
- Carlo Lazzaroni, Claudia Combs e Ulrike Slowik – violini
- Livia Baldi, Krishna Nagaraja ed Emanuele Mercante – viole
- Caterina dell’Agnello – viola da gamba e violoncello
- Noelia Raverte Reche – viola da gamba
- Claudia Poz ed Agnieszka Oszanca – violoncelli
- Nicola del Maso – contrabbasso
I Concerti brandeburghesi: le esibizioni
All’apparenza breve, ma in realtà molto intenso, è stato il programma della serata, costituito da 4 brani di J.S. Bach:
- Concerto brandeburghese n°5 in Re maggiore (BWV 1050): Allegro – Affettuoso – Allegro
- Concerto brandeburghese n°6 in Si bemolle maggiore (BWV 1051): Allegro – Adagio ma non tanto – Allegro
- Suite n°2 in Si minore (BWV 1067): Ouverture – Rondò – Sarabanda – Bourreè I e II – Polonaise e Double – Minuetto – Badinerie
- Concerto brandeburghese n°3 in Sol maggiore (BWV 1048): Allegro – Adagio – Allegro
Concepiti sul modello italiano di Corelli e di Vivaldi, i Concerti brandeburghesi sono sei opere scritte tra il 1717 e il 1723 su invito del margravio Christian Ludwig van Brandeburg, che possedeva un’orchestra di spiccate possibilità. L’organico varia a seconda delle composizioni. Nel terzo, dal ritmo trascinante, si trovano archi e cembalo. Il quinto è il più popolare della raccolta, per il suo carattere brillante e virtuosistico. Il sesto richiede un organico fuori dal comune e rappresenta uno dei migliori concerti bachiani.
La seconda delle quattro Suite per orchestra, è invece nota per la sua raffinatezza: un gioco in cui certe danze dell’epoca diventano un unico discorso di piccole ed eleganti gemme.
La serata è stata senza dubbio un successo, che ha superato anche le più rosee aspettative. Non c’è da stupirsi che i biglietti fossero andati a ruba. La perfetta armonia tra le parti dell’orchestra, unita alla magistrale tecnica clavicembalistica e di direzione di Bonizzoni hanno reso in modo splendido le intenzioni che il musicista di Eisenach desiderava esprimere attraverso la musica. La generosità del maestro e del suo ensemble è stata dimostrata dai due bis concessi al pubblico.
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Mancano solo 2 concerti alla fine della rassegna. Le prossime date vedranno il Duo Dumont-Romano con “Così vicino… così lontano” e Quintus Ensemble con “Dolcissimi legami“. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito ufficiale della fondazione.
Napoli è da sempre la città dell’arte e della musica, un luogo perfetto per iniziative come questa. Speriamo che tanti altri concerti possano allietare l’animo di noi “amanti delle note”.