
“Benvenuto Leonardo!” Bastano queste semplici parole al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per presentare il primo colpo di mercato di gennaio del Napoli: il tanto atteso rinforzo per l’attacco è Leonardo Pavoletti che arriva a titolo definitivo dal Genoa, in cambio di 16 milioni di euro più bonus a rendimento con la maglia numero 32.
Sarà lui, a rimpiazzare almeno per il momento l’infortunato Milik (in attesa del pieno recupero) e l’ormai dimissionario Manolo Gabbiadini.
L’attaccante, ormai ex Genoa, è stato voluto fortemente dal tecnico degli azzurri, Maurizio Sarri, e il Napoli ha investito una cifra importante per portarlo all’ombra del Vesuvio, ed ora il reparto avanzato è affidato a lui, sperando che i suoi goal possano far restare il Napoli nelle posizioni di vertice.
“Si infortuna sempre”, “è vecchio”, “mamma mia quant’è forte Rincon”. In Questi giorni ne abbiamo sentite tante, si è fatto di tutto per mettere in ombra il nuovo acquisto partenopeo. Come se l’ariete livornese in questi 2 mesi di infortunio, fosse diventato improvvisamente un brocco e fossero stati cancellati improvvisamente le lodi ricevute lo scorso anno. Ma non è per niente così’, infatti, Pavoletti è un grandissimo colpo messo a segno dal Napoli e oltretutto, in tempi brevissimi.
Prima di arrivare in maglia azzurra il ragazzo livornese, ha fatto tanta gavetta, ha dovuto masticare tanto pane duro, infatti il ragazzo prima di poter assaporare l’odore di Champions e approdare al magico San Paolo, ha calcato in primis, l’Armando Picchi di Livorno, per poi indossare le maglie di Viareggio, Pavia, Juve Stabia, Casale, Lanciano, Sassuolo, Varese e Genoa.
Oltre ad essere un grande attaccante, Leonardo Pavoletti è senza ombra di dubbio un ragazzo d’oro. Virtù rara nel calcio moderno e che a Napoli (vedi Hamsik, Callejon, Insigne, Mertens etc.) paga il doppio. La sua lettera d’addio al Genoa, infatti, è quella di una persona innamorata della piazza che lo ha accolto, rispettosa e sincera, e quindi non di facciata, come si è detto e scritto.
E non è un dettaglio il fatto che abbia concluso così la sua lettera: “Sono nato al mare, a Livorno. Sono rinato al mare, a Genova. Ora ritroverò un altro mare. Per un’altra avventura”. Dettagli che, soprattutto all’ombra del Vesuvio, conquistano subito. In bocca al lupo Leo, Facci sognare.