
A Napoli abbiamo le Stazioni dell’Arte. E Poi, come figlia dell’arte, abbiamo un’altra stazione della metro: la cosiddetta “stazione artigianale”, a Piscinola. È lì che, dopo sei anni di raccolta firme, si è potuto realizzare il progetto in onore di Felice Pignataro, famoso street writer.
All’interno della stazione, infatti, sono stati riprodotti alcuni dei murales più belli dell’artista.
Felice Pignataro girava per le scuole, raccontando la storia e le altre materie tramite il disegno. Insegnava ai ragazzi a disegnare, ad utilizzare le tecniche per colorare i murales, ma ciò che più di ogni altra cosa riusciva a comunicare durante le sue lezioni era lo spirito di collaborazione, che si veniva poi a creare tra gli addetti ai lavori. Tutti partecipavano al murales, anche chi non sapeva disegnare.
Felice Pignataro e sua moglie Mirella decisero poi di fondare un’associazione, il GRIDAS (Gruppo Risveglio Dal Sonno), che, tra le altre cose, organizzava e organizza ancora il Carnevale di Scampia. Nessuna gara per la maschera più bella, afferma la signora Mirella, il vero senso del Carnevale è rovesciare il potere, e riuscire a superare le inuguaglianze, proprio tramite le diversità. Non è giusto favorire una maschera piuttosto che un’altra, quindi, il senso del Carnevale è lavorare insieme per rappresentare un tema comune. E così la prima immagine che vediamo nell’atrio della metropolitana è proprio una foto del Carnevale di Scampia. A destra, invece, una raccolta delle locandine dei Carnevali organizzati dal GRIDAS, una serie di linoleografie.
I temi pù frequenti nei murales di Felice sono l’ambiente, il sole, come simbolo di gratuità di generosità, gli alberi, i bambini che corrono scalzi mano nella mano, per indicare il rapporto diretto con la terra, la casa…
Della casa Felice Pignataro raffigura soprattutto la vita contadina, in uno dei suoi murales ritroviamo alla parete l’immagine del “santo porco” invece del crocifisso, perché è il maiale la fonte maggiore di ricchezza per i contadini. Rappresentati anche i “ragazzi di strada”, che corrono con i motorini e si comportano in modo incivile: la signora Mirella Pignataro ci spiega che ogni murales era costituito da una parte “negativa”, in cui veniva rappresentato il male, e da una parte “positiva”, che conteneva l’utopia, la possibile soluzione al male.
Nel murales fatto per l’ex manicomio di Aversa troviamo il potere maligno nella parte superiore, con una barca a due vele, che quindi non riesce a navigare, e a lato un uomo e una donna che volano, come per dire che la follia permette di evadere.
L’arte di Felice Pignataro è un’arte semplice, ma carica di significato e di simbologia: i fiori sono spesso giganti, più grandi degli esseri umani, per esprimere l’importanza dell’ambiente; le mani ricorrono spesso come simbolo di protezione e di cooperazione. Anche il tema delle diversità viene trattato ampiamente: su una mano ritroviamo tre tipi di case, diverse perché si trovano in posti del mondo lontani tra loro. La nostra cultura non è l’unica, e rispettando le altre culture potremo vivere tutti in pace e in armonia.
Poi c’è l’uomo nuovo, con la testa del sole, e il simbolo della pace nel cuore. L’uomo nuovo è portatore di pace, e offre una pianta – simbolo della vita – al prossimo.
L’ultimo omaggio della stazione metropolitana a questo grande artista ritrae proprio Felice, con lo sfondo di un fiore disegnato, e con una pipa in bocca.
Felice Pignataro è morto a Napoli nel 2004 per un tumore polmonare, il suo progetto viene portato avanti dalla moglie Mirella, dai figli, e dall’associazione GRIDAS.