
Da anni in Campania, sopratutto nel Salernitano e nel Vallo del Diano, vi è il problema della presenza dei cinghiali, animali che pur vivendo nei boschi, non esitano a lasciare il loro habitat e avventurarsi nelle piantagioni, dove oltre a fare incetta dei prodotti coltivati,devastano il terreno con scavi.
Spesso li ritroviamo anche nelle periferie urbane o nelle discariche a nutrirsi di materiale organico. Quello degli ungulati sta diventando una vera emergenza, sopratutto per gli agricoltori , infatti la Coldiretti di Salerno ha annunciato l’arrivo di mille coadiuvatori per il contenimento dei cinghiali, con battute di caccia in braccata o in girata. Per la Coldiretti Salerno, gli abbattimenti programmati non bastano più. L’ Associazione scriverà ai sindaci dei Comuni del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano per chiedere la deroga ai divieti di caccia nelle oasi di protezione faunistica e nelle zone di ripopolamento e cattura, che oggi rappresentano un serbatoio di riproduzione non più controllabile. A tale spinosa questione stanno lavorando il dipartimento di igiene della Federico II di Napoli e gli Atc provinciali, mentre gli animalisti non sono contenti di questa soluzione e continuano a proporre inascoltati metodi, quali la sterilizzazione chimica.
Certo questi animali creano danni, hanno tutti ragione,gli agricoltori, la comunità che vive il disagio, ma come sappiamo vi è sempre in gioco l’ interesse economico,i cacciatori si fanno pagare le prede uccise, i ristoratori portano in tavola piatti a base di cinghiale, si festeggia con Sagre e l’amministrazione risolve il problema. Tutti ci guadagnano tranne i cinghiali che pagano con la loro vita.