
C’è tutta la veracità e l’intensità del testo di Verga nella rappresentazione del Mastro Don Gesualdo,andato in scena al Teatro Bellini di Napoli. Approcciare quello che è indubbiamente tra i testi più complessi e cinici della produzione letteraria dell’autore catanese, non è impresa facile ma il risultato finale supera di gran lunga le aspettative. E non a caso la firma registica è quella di Guglielmo Ferro, figlio di Turi Ferro, che tra i tanti ruoli interpretati vanta anche quello di un Mastro Don Gesualdo del’67. Un testo dunque sempre attuale nella sua cruda venatura di una società imperniata attorno al godimento materiale a scapito di quello morale. Ma partiamo dal principio. L’intera rappresentazione è percorsa dall’alternanza di momenti passati e presenti, dipanati attraverso le memorie dell’ormai anziano e malandato Mastro Don Gesualdo, laddove il doppio appellativo di Mastro e Don sta a rappresentare un nomignolo dispregiativo che sottolinea la natura di parvenu di Gesualdo. Natura a cui non sfuggirà mai neanche quando da manovale sale sul gradino più altro di imprenditore. Le sue mani ruvide portano i segni del duro lavoro, della conquista giorno per giorno dell’agognato riscatto sociale, rappresentato materialmente dagli appezzamenti di terreno.
L’uomo che si fa da solo, che rinuncia ad ogni affetto o legame è magistralmente interpretato da Enrico Guarnieri che ben riesce ad incarnare ogni minima sfaccettatura del personaggio. Impreca, sbraita, irrompe sulla scena con tutta la veemenza che il personaggio verghiano richiede, Guarnieri non si risparmia e riesce a trasmettere sia verbalmente che fisicamente al pubblico in sala tutta la sua ostinata cecità affettiva. Persino le nozze con Bianca Trao, la giovane nobile decaduta costretta a sposare Gesualdo Motta per risollevarsi dalle ristrettezze economiche, si trasformano in un ramingo banchetto nuziale a cui nessun invitato prende parte. Si scontrano così due mondi molto lontani tra loro, quello di una nobiltà che ripugna la fatica fisica e che pur di non cedervi preferisce sprofondare in miseria ed elemosina dei parenti, e quello invece di Mastro Don Gesualdo, saldamente ancorato al concetto di possesso materiale, di sangue e sudore per “portare a casa la pagnotta”. Sono due emisferi paralleli che corrono su binari destinati a non incontrarsi mai, neanche la nascita di Isabella, l’unica figlia dei due, riuscirà mai a colmare questa distanza. Perché quello che prevale di fondo in tutto il dramma è l’alleggiare di un destino infausto, già scritto. Il ciclo dei vinti, a cui il romanzo appartiene, è emblematicamente reso dall’amaro epilogo che vede un Mastro Don Gesualdo oramai solo, ammalato, accudito dalla sola presenza della figlia Isabella, da cui trova rifugio a Palermo, che spira alla presenza dei domestici che non attendono altro che avventarsi sulle sue ricchezze.
La morale è universale e il messaggio arriva forte, diretto come un pugno allo stomaco. E il merito è anche dei bravi attori in scena che non cadono nel facile errore del macchiettismo siculo, regalando invece agli spettatori una recitazione appassionata ma curata. E dinnanzi a cotanta forza verbale, risulta forse eccessivamente didascalica la scenografia che muta con una cadenza forse troppo rigorosa. Ma nel complesso dai costumi fedelmente riprodotti alla rielaborazione linguistica, tutto funziona come dovrebbe.
E riprova di ciò è l’entusiasmo con cui il pubblico ha salutato gli attori, pienamente ricambiato dalle parole di Guarnieri che a sipario chiuso dedica parole di stima alla gente in sala, alla città di Napoli e alla magnifica cornice del Teatro Bellini.
MASTRO DON GESUALDO
al 20/01/2015 al 25/01/2015 Teatro Bellini, via conte di ruvo 14 Napoli
Regia:
Gugliemo Ferro
Personaggi e interpreti: Enrico Guarneri Mastro don Gesualdo Ileana Rigano Baronessa Rubiera Rosario Minardi Canonico Lupi Francesca Ferro Bianca Trao Vincenzo Volo Barone Zacco, Nanni Lorbo Rosario Marco Amato Nunì Rubiera Pietro Barbaro Don Diego Trao, Notaio Giovanna Centamore Zia Cirmena Nadia De Luca Diodata Giovanni Fontanarosa Segretario Maddalena Longo Chiavaro Isabella