
Nasce Slur, il nuovo marketplace, da poche settimane in rete, che vende le informazioni strettamente private di persone ed aziende. Il termine market in questo caso non ha un significato traslato, anzi! Si tratta di un vero e proprio e-commerce in cui a guadagnare (in tutti i sensi) non sono affatto i clienti, ma i fornitori del servizio. Il pagamento avviene tramite bit-coin, dopodiché si potrà avere accesso ai segreti reconditi di tutti. Svendita totale della vita personale, affettiva e professionale. La squadra di Slur è composta di nove elementi, crittografi e programmatori, identificati, per l’appunto, dalla sigla u99 Group. Ma come funziona? Ce lo spiegano gli esperti. Slur è presente sul network Tor e manovra tutte le transizioni dei Bitcoin tramutandoli in libbitcoin, in modo da evitare il rischio che i leak vengano scoperti. L’asta viene gestita in tal modo: chi è in possesso di notizie rilevanti può criptarle e attendere che un probabile acquirenti si “prenoti” per comprare le chiavi di sicurezza ed avere così accesso ai documenti in questione. In un secondo caso, invece, un gruppo di persone ha la possibilità di coalizzarsi e, partecipando all’asta, vincendola, rende automaticamente i documenti pubblici. Ciò significa che prendendo parte all’asta le informazioni segrete verranno rese note a tutti, non solo ad un singolo acquirente.
Slur riconosce la presenza di 5 verificatori, ovvero controllori della validità o affidabilità delle notizie offerte e, eventualmente, bloccare la compravendita. Inoltre l’azienda ci tiene a precisare il pieno rispetto dell’anonimato dei clienti e specifica le motivazioni che hanno spinto all’ideazione di una piattaforma simile. Thom Laurent spiega come il progetto sia nato con lo scopo di favorire i whistleblower, che si mettono al servizio delle istituzioni ed aziende, riconoscendo quello che, secondo alcuni, è un vero e proprio lavoro. Quello dei i cacciatori di notizie, per l’appunto. Ma la domanda che sorge spontanea è: fino a che punto si arriverà? Le persone saranno ancora libere di avere un segreto, non vergognarsi di non essere iscritte su di un social network? Sembra improbabile. Il mondo virtuale diventa così il confessionale pubblico in cui un peccato da redimere viene “spiattellato” ai quattro venti, ma colui che diffonde la notizie è protetto perché ha un reso un servizio alla comunità (un servizio per il quale è profumatamente pagato!). Quale? Slur è un esempio di svendita morale e culturale. Essa giustifica e promuove una professione che toglie alle persone il sacro diritto alla privacy. Un moderno baratto di segreti, in cui l’unico a guadagnare è proprio Slur.