
A pochi passi da Piazza San Marco, proprio accanto alla splendida chiesa gotica di Santo Stefano, un piccolo chiosco vende cosmetici, borse, e divertenti t-shirt. Cos’hanno di speciale queste creazioni? Sono realizzate nel carcere femminile e maschile di Venezia. Ha da poco compiuto vent’anni la Cooperativa Sociale Rio Terà dei Pensieri che si occupa dell’inserimento lavorativo delle persone detenute, attraverso il loro impiego in attività produttive artigianali; quello di campo Santo Stefano è il chiosco di vendita diretta di prodotti che vengono realizzati nei laboratori della Casa Circondariale Maschile di Santa Maria Maggiore e della Casa di Reclusione per Donne dell’isola della Giudecca. Nel carcere maschile è attivo dal 1995 il laboratorio di serigrafia e qui prendono vita shopper e magliette stampate a mano con grafiche accattivanti e divertenti : articoli molto apprezzati dai turisti, ma che riscuotono grande successo tra i locali perché legate agli usi e al dialetto veneziano , come la ricetta dello Spritz o la spiritosa t-shirt “Assame Star” (“lasciami stare”) dove la frase veneziana circonda una stella simil Converse. Dal 2009 il laboratorio di pelletteria ha avviato una interessante iniziativa: la realizzazione di prodotti con di materiali di riciclo, primo tra tutti il PVC dei manifesti pubblicitari.
Un’idea che è una vera e propria sfida, quella di ridare vita nuova, una seconda chance a ciò che viene considerato un rifiuto. Ecco allora che borse ed accessori portano con sé la memoria degli avvenimenti della città, mostre, eventi e manifestazioni del territorio. Accessori unici ed originali, creati a mano, sostenibili e ricchi di ironia: le “Malefatte”. All’interno dell’ex convento delle Convertite, oggi carcere femminile della Giudecca, si trova il laboratorio di Cosmetica, progetto avviato nel 2001 e che in questi anni si è decisamente cresciuto, ottenendo la certificazione per una linea di prodotti biologici composta da shampoo, gel doccia e creme idratanti. Gli ingredienti? Provengono dall’adiacente Orto Biologico, curato dalle stesse detenute.
Seimila metri quadri di verde, in mezzo alla laguna, dove nascono le essenza impiegate nel laboratorio di cosmetica, ma anche frutta verdura che vengono vendute nel banchetto settimanale che si svolge (quasi) ogni mercoledì mattina proprio di fronte al carcere, e ai gruppi di acquisto solidale della città. Accanto ad una lodevole iniziativa che da speranza e futuro a chi si trova escluso per un periodo dalla società, c’è una produzione attenta alla qualità, all’ambiente, alla sostenibilità che sarebbe davvero bello riscontrare in più occasioni.