
Pino Daniele è un nome che resterà inciso, per sempre, nella storia della musica italiana ed internazionale. Artista poliedrico, eclettico nonché rivoluzionario ha saputo unire il piacere estetico alla musica. Pino Daniele non è un semplice artista, ma un poeta. Il poeta, per definizione, è colui che si serve della creatività per forgiare opere artistiche di incommensurabile valore. Sin dagli esordi ha decantato le bellezze della propria terra. Nel 1977, infatti, esordì con “Terra mia”, un album dedicato alle propria città natale, effettuando una vera e propria “contamitio” tra la cultura partenopea ed il blues. In “Terra Mia” è presente uno dei capolavori della carriera di Pino: Napule è. Questa canzone è caratterizzata da significati che vanno oltre il tessuto musicale, si spogliano, si materializzano, chiedono ardentemente di lasciarsi afferrare. E’ la descrizione di Napoli, una città contraddistinta da una bellezza sublime, ma attanagliata da un clima di rassegnazione e di indifferenza nei confronti delle problematiche che non vedono una soluzione. E’ un ritratto della metropoli, la Napoli dei “mille colori”, una città permeata da contraddizioni laceranti che non permette di essere obiettivi nell’emettere dei giudizi. Napoli è l’imprevedibilità, la città che ti fa sorridere anche quando sei triste, che non ha eguali in nessun altro angolo remoto della terra. Pino Daniele ha trasformato la propria semplicità, le proprie idee, la propria creatività, il proprio talento in musica. Ha fatto conoscere il blues ad una cultura diametralmente opposta che non aveva quasi mai “assaggiato” da vicino questo genere. E’ stato apprezzato ed ha riscosso successi planetari che partono da lontano, sono frutto di tanta dedizione e di sacrifici immensi. Per questo, vogliamo ricordarti, in questo giorno triste, come faresti tu, deliziandoci con le tue canzoni che emozionano e fanno sognare. Ciao Pino e ricorda: “Per ogni notte c’è un nuovo giorno…it’s a beautiful day”.
(Christian Corda)
Ciao Pino,sei andato via portando con te i miei ricordi di una vita. Sono felice solo di una cosa: hai raggiunto il tuo amico di sempre, Massimo. Vivrai in eterno nel mio cuore,in quello di Napoli e di tutti noi napoletani. Riposa in pace.
(Vincenzo Eremitico)
Quanno ’nu piezz’e Napule se ne va, nun basta ‚na jurnata ’e sole.
La tua città oggi ti piange, Pino. Non credo esista un napoletano che non abbia amato Pino Daniele.
Si Napule è mille culture, è anche grazie a te.
Mille culture, mille note. Le tue.
Ma oggi la musica qui si è spenta, e i colori sono sbiaditi. Nessuno canta, nessuno riesce a crederci.
Ma Napule è forte, ’a sape tutt’o munne ma nun sanne a verità, e ricomincerà presto a danzare sulle tue note.
(Erika Chiappinelli)
Un lutto che ha toccato tutti da vicino, come se si trattasse di una persona di famiglia. Per strada le persone non fanno che parlare di lui, la radio non emette suoni che per omaggiare la sua voce. Un artista che ha cantato Napoli e che adesso non può non essere compianto dai suoi cittadini.
(Flavia Bizzarro)
La cosa più triste è che quando artisti come Pino ci lasciano, non possiamo contare su una rigenerazione protesa al futuro che possa compensare, almeno in parte, la genialità e la saggezza.
Eredità e memoria senza confini: la paura è che un domani non avremo nient’altro.
(Antonio Tarallo)
Pino Daniele non c’è più. Era la voce che meglio ha saputo raccontare in musica la Napoli degli anni ’70 e ’80. Nelle canzoni del suo esordio come Fortunato, oppure na tazzulella e cafè era già chiaro che si trattava di una perla rara: ritagliava, affrescava ed incorniciava personaggi, luoghi, suoni, riti che sono familiari ai napoletani.
(Gianni Cuomo)
Pino è andato via troppo presto, ma sarà sempre ricordato come l’interprete di una musica che entrava nel cuore della gente e ci rimaneva. La sua melodia, era arte combinata dalle note, un continuo esperimento di fusione tra una cultura jazz e blues con la classica canzone napoletana. Era l’unico capace di fare della canzone partenopea una ritmica amata e interpretata in tutto il mondo, e i suoi testi erano delle poesie che difficilmente verranno dimenticati.
(Carmela Bifolco)
Un jukebox, le chiare mattine d’estate, i rassicuranti anni ’80 delle 500 lire che ti regalavano note su cui sognare, immaginare, giocare e rincorrere amorini e amorazzi. Se penso a Pino Daniele mi viene in mente tutto questo e i ricordi di ieri si incontrano con quelli di oggi e le parole di Pino raccontano la mia storia che è un pò quella di tutti, degli amori finiti, che qualcosa arriverà, che Napul’è è la tua città e che la odi e la ami , dell’apocondria della domenica sera, il ritrovarsi a lasciarsi cullare dalla dolce malinconia delle note di quando, quando… mentre qualcosa arriverà.
Poi arriva la giornata di oggi con un triste e prematuro epilogo che lascia tutti sgomenti ma eredi di un grande della musica partenopea, fieri di essere suoi concittadini in quel lembo di carta sporca che nisciun’se ne importa ma che, anche grazie a Pino, a’sape tutt’o munn. Ciao Pino.
(Arianna Esposito)