
“L’arte ci salverà”: acuta riflessione di un celebre scrittore russo. Ebbene, ovviamente l’intendimento era diverso, ma in questo caso, parliamo di un’utilità impoetica quanto evidente. L’arte che aiuta il mondo a diventare migliore, servendosi della pratica (spesso bistrattata) del riciclo. Questa l’idea a dir poco geniale dell’artista Gregory Kloehn, il quale ha pensato di realizzare delle case per i senzatetto sfruttando la raccolta degli oggetti rinvenuti nelle strade, ormai abbandonati ognuno al proprio destino. Ecco, Kloehn ad oggi ha fabbricato già circa 10 casette, poi collocate nella zona di residenza dell’artista più soggette alla presenza di senzatetto. Ma di che cosa sono fatte? Prendi un oblò della tua lavatrice e fanne una finestra. Utili anche i pezzi di auto, trasformati presto in tetti. Gregory non è un artista occasionale, fare lo scultore è il suo mestiere da una vita e a 43 anni, dopo aver lavorato per famiglie benestanti e realizzato sculture preziose per interni, decide di voltare pagina.
Impegnandosi nel progetto delle case per senzatetto, l’artista riconosce di sentirsi vivo: se l’arte può essere anche una soluzione ad un problema incombente come la povertà, meglio. Così, si è messo subito al lavoro. Ha iniziato ad osservare molto attentamente la vita dei senzatetto, di come e dove cercano riparo, cosa è loro più utile. In un secondo momento ha scritto un libro, in cui descrive nei dettagli quelli che sono i materiali, gli oggetti necessari per fabbricare una casa ad hoc per i meno fortunati che purtroppo vivono nelle strade. Il successo dell’iniziativa è notevole, tanto che i cittadini si sono interessati al nuovo progetto e molti intendono diventarne parte attiva. Dunque, perché non imitare Kloehn e fare lo stesso in Italia? D’altronde, non esiste un momento migliore del Natale per sentirsi più buoni. E farlo, a prezzo zero. L’appello è agli artisti. Per salvare (stavolta) il bello dall’accusa dell’inutile.