
Uno spettatore che entra nella Galleria Toledo vorrebbe che la scena del Mercante di Venezia restasse così, immobile, con i riflessi dell’acqua che inonda il palcoscenico su tutte le pareti.
Splendida, la scenografia di Rosario Squillace. Il palco è una laguna, e gli attori, già in scena, attendono solo che il pubblico prenda posto per iniziare lo spettacolo. Ci si sente da subito parte integrante del dramma, come sommersi, inglobati in questo fantastico mondo teatrale.
Il testo di Shakespeare, Il mercante di Venezia, viene in sostanza rispettato dalla regia di Laura Angiulli, che ne conserva anche la psicologia dei personaggi.
Anche Shakespeare, quando ha scritto l’opera, verosimilmente alla fine del 1500, aveva preso spunto da una storia trecentesca di ser Giovanni Fiorentino, detta Il Giannetto, e ne aveva ripreso i personaggi di Bassanio, Shylock e Porzia, oltre che la vicenda della penale di una libbra di carne.
La trama è ambientata nella Venezia del XVI secolo e racconta di Bassanio, giovane gentiluomo veneziano, che chiede un prestito al suo amico Antonio per partire e conquistare Porzia, ricca ereditiera di Belmonte. Antonio, famoso mercante, li chiede a sua volta in prestito a Shylock, ricco usuraio ebreo. Shylock è disprezzato dai cristiani e a sua volta li disprezza. Soprattutto non sopporta Antonio, il mercante di Venezia, che presta denaro gratuitamente, facendo abbassare il tasso d’interesse nella città, e che lo umilia pubblicamente con pesanti insulti. Nonostante ciò, Shylock accorda il prestito a Bassanio, con Antonio come garante. L’ebreo però, in caso di mancato pagamento, vuole una libbra della carne di Antonio.
È proprio questo prestito il punto cruciale del dramma, da questo momento in poi l’autore rifinirà il personaggio di Shylock, ebreo senza scrupoli, facendosi in questo modo “portavoce” dell’antisemitismo dell’Inghilterra dell’epoca elisabettiana.
Il Fiorentino non è infatti l’unica fonte di Shakespeare, che riprende anche L’ebreo di Malta di Christopher Marlowe, il quale non esitò a porre come protagonista della sua opera Barabba: quest’ultimo è un ebreo avido di ricchezze, presentato quasi come un demonio in carne ed ossa disposto a compiere ogni sorta di delitto per difendere il proprio patrimonio.
Come lui, anche lo Shylock shakespeariano, interpretato magistralmente, nella versione diretta da Laura Angiulli, da un eccezionale Giovanni Battaglia, è un uomo cattivo, privo di ogni misericordia, che perfino quando scopre che la figlia lo ha abbandonato, non piange per la sua mancanza, ma perché aveva portato con sé soldi e gioielli preziosi.
Ecco cosa dice Shylock nel suo monologo (riferendosi all’odiato Antonio):
Mi ha disprezzato e deriso un milione di volte;
ha riso delle mie perdite,
ha disprezzato i miei guadagni e deriso la mia nazione,
reso freddi i miei amici,
infuocato i miei nemici.
E qual è il motivo? Sono un ebreo.
Ma un ebreo non ha occhi? Un ebreo non ha mani, organi, misure, sensi,
affetti, passioni, non mangia lo stesso cibo, non viene ferito con le stesse
armi, non è soggetto agli stessi disastri, non guar
isce allo stesso modo,
non sente caldo o freddo nelle stesse estati e inverni allo stesso modo di un
cristiano?
Se ci ferite noi non sanguiniamo? Se ci solleticate,
noi non ridiamo? Se ci
avvelenate noi non moriamo?
E se ci fate un torto, non ci vendicheremo?
Se noi siamo come voi in tutto vi assomiglieremo an
che in questo.
Se un ebreo fa un torto ad un cristiano, qual è la
sua umiltà? Vendetta.
La cattiveria che tu mi insegni io la metterò in pratica;
e sarà duro ma eseguirò meglio le vostre istruzioni.
L’attore Giovanni Battaglia riesce a trasmettere, con l’espressività del volto e delle sue parole, con la gestualità, il pianto, i tremori, la bestialità di questo odio che Shylock prova nei confronti dei cristiani.
Ovviamente Shakespeare non poteva sapere cosa ci avrebbe riservato la storia, ma i nazisti conoscevano Shakespeare, e utilizzarono Shylock per mettere in atto la loro feroce propaganda, trasmettendola via radio immediatamente dopo la Notte dei cristalli.
Il Mercante di Venezia andrà in scena alla Galleria Toledo fino al 16 novembre, non ne resterete delusi.
IL MERCANTE DI VENEZIA da William Shakespeare drammaturgia e regia Laura Angiulli con Giovanni Battaglia, Gianluca d’Agostino, Michele Danubio, Alessandra D’Elia, Maria Grazia Di Maria, Stefano Jotti, Antonio Marfella, Fabiana Spinosa, Chiara Vitiello impianto scenico Rosario Squillace luci Cesare Accetta assistente alla regia Flavia Francioso responsabile tecnico Luigi Agliarulo costruzione Donato Arrighetti promozione Lavinia D’Elia comunicazione Roberto Miele – Ester Formato grafica Solimena Francesco Armitti
Galleria Toledo teatro stabile d’innovazione
via Concezione a Montecalvario 34 80134 Napoli M linea 1 / stazione Toledo uscita Montecalvario orario spettacoli da martedì a sabato ore 21.00 domenica ore 18.00 biglietti da martedì a venerdì intero 15 euro ridotto 12 euro under 30 10 euro sabato e domenica intero 20 euro ridotto unico 15 euro contatti t.+39 081425037 galleria.toledo@iol.it www.galleriatoledo.org facebook.com / Galleria Toledo