
Dal primo luglio 2014, come ha annunciato il 19 giugno nel corso della terza edizione degli Stati generali della cultura il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, i musei statali saranno gratuiti per tutti la prima domenica di ogni mese e ci saranno almeno due notti all’anno in cui apriranno con ingresso a 1 euro.
Il decreto ministeriale contiene anche disposizioni per l’apertura di tutti i grandi musei pubblici italiani, come Colosseo, Scavi di Pompei e Uffizi, tutti i venerdì, fino alle 22, facilitando così l’accesso ai turisti, anche stranieri.
Interviene inoltre sulle tariffe, favorendo i giovani e gli operatori della cultura: infatti i musei statali saranno del tutto gratuiti per i giovani sotto i 18 anni e per categorie specifiche, come gli insegnanti di alcune materie, e saranno previste delle riduzioni per i giovani fino a 25 anni, mentre non sarà più possibile usufruire dell’ingresso gratuito per le persone che superano i 65 anni, per cui fino ad oggi era previsto l’esenzione dal biglietto, e che pertanto dovranno acquistare il ticket per accedere alle aree museali, oppure aspettare le prime domeniche del mese per accedervi gratuitamente.
In questo modo si rende più equa la gratuità, non legandola, ad eccezione che per gli under 25, ad anacronistiche fasce d’età che peraltro non corrispondono più alle effettive differenze di reddito, e si evita l’assurdità che anche facoltosi turisti stranieri over 65 non paghino il biglietto, come avviene oggi.
Enumerando le ragioni dell’intervento, il Ministro afferma: “L’analisi dei dati sugli ingressi nei nostri musei, dove ogni anno più di un terzo dei visitatori non paga il biglietto, impone una svolta ‘europea’… oggi anche i giapponesi, gli americani entrano gratis perché hanno più di 65 anni… E’ per questo che ho deciso di mettere mano al sistema tariffario per renderlo più equo e in linea con quanto avviene negli altri paesi Ue”.
Questa modifica si somma agli altri provvedimenti che il governo sta mettendo in campo per valorizzare il sistema museale italiano: dalla recente norma del decreto Art bonus, che introduce l’autonomia finanziaria e la figura del manager nei grandi musei, alle nuove modalità di trasferimento delle risorse, che supera il versamento degli incassi da biglietti in un unico fondo nazionale e attribuisce invece ai singoli musei gli importi in misura corrispondente ai biglietti effettivamente venduti.
L’Art Bonus, la prima norma del provvedimento, spiega ancora Franceschini, fa riferimento è all’ecobonus: “oggi abbiamo un sistema di incentivi fiscali per le donazioni quasi nullo, ebbene adesso ci mettiamo a fianco della Francia con sistema di incentivi fiscali a favore del mecenatismo”. Sono previsti, oltre a un bonus fiscale del 30% per la digitalizzazione delle imprese ricettive e per il restauro degli alberghi fino a tre stelle, aiuti al cinema e a Pompei, un sostegno alla Bosnia alluvionata, il commissariamento Enit (ci sarà un commissario che procederà alla liquidazione di Promuovi Italia e riorganizzerà l’Enit per creare uno strumento di promozione turistica adeguato e efficiente); un commissario è previsto anche per la Reggia di Caserta, dopo lo scandalo Cosentino, e verrà affrontata in sede UE la discussione sull’equiparazione dell’Iva fra libri ed e-book (attualmente l’IVA per i libri cartacei è del 4% e quella degli e-book del 22%). Il provvedimento prevede inoltre il “credito d’imposta del 65%” detraibili in 3 anni per i privati che fanno donazioni in favore del patrimonio pubblico artistico e culturale italiano.
Il decreto, in pratica, “rivoluziona” il rapporto tra il pubblico e il privato nel mondo della cultura. Una serie di iniziative a favore della diffusione della cultura anche tra i giovani e di facilitazioni fiscali per chi ha voglia di investire in ambito artistico, per farci rendere conto che, citando un’espressione del Ministro Franceschini, “camminiamo su pepite d’oro e non ce ne accorgiamo”.