
Da un po’ di tempo è calato il buio sula controversa questione della Terra dei Fuochi e la regione Campania non ci sta. E’ di queste ore la lettera di ultimatum inviata ai vertici del governo a Roma da parte degli esponenti della giunta regionale campana che chiedono interventi immediati per quanto riguarda la ripresa dei campionamenti sui terreni contaminati. Ma facciamo un passo indietro, il 12 maggio erano cominciate le attività di campionamento ad opera del Corpo Forestale dello Stato, successivamente il 28 dello stesso mese l’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, ha deciso di sospendere i rilievi sui suoli a rischio, in via del tutto precauzionale per la possibile presenza di materiale radioattivo, oltre la già accertata presenza di diossina e vernici tossiche. Tuttavia, non è chiaro perché tutto ciò non sia emerso prima e soprattutto perché non si sia proceduto come ovvio che sia all’utilizzo di macchinari in grado di avviare le dovute verifiche. Sorge spontaneo a questo punto il dubbio che qualcosa sia cambiato, a partire dalle dichiarazioni rilasciate dal pentito di camorra del Clan dei Casalesi Antonio Iovine che potrebbe avere fornito agli inquirenti preziose informazioni sulla situazione della Terra dei Fuochi. Ma sta di fatto che dal 28 maggio ad oggi la situazione resta ferma e di certo non si avvia alla conclusione dell’operazione che in un primo momento era stata fissata al 7 giugno. Intanto si assiste al solito gioco di rimbalzo delle responsabilità tra governo e regione e mentre il governatore della regione Campania Stefano Caldoro cinguetta da twitter: “L’azione di controllo sulla Terra dei fuochi deve continuare. Noi andiamo avanti” e il commissario Mario De Biase afferma che nella Terra dei fuochi: “I roghi hanno fatto più danni dei rifiuti tossici mentre si pensava il contrario”, a farne le spese con la propria vita sono gli innocenti cittadini delle zone contaminate che aspettano e pretendono una risposta immediata da chi di dovere per mettere fine a questo gioco al massacro.