
Il primo scoglio, la Camera dei Deputati, è stato superato. Adesso
la proposta di legge sul “divorzio breve” passa al Senato.
Per la prima volta
l’approvazione viene da tutti i partiti presenti: Partito Democratico, Forza Italia, Scelta Civica, Sinistra Ecologia e Libertà, Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia con
381 voti contro i soli 30 contrari ed i 14 astenuti hanno fatto passare la legge; la Lega ha lasciato ai suoi parlamentari libertà di coscienza mentre gli unici a schierarsi palesemente contro sono stati i deputati dell’Udc.[divider]

Per decretare la fine di una matrimonio
basteranno quindi solo 12 mesi di separazione giudiziale o sei mesi di consensuale (e non più i tre anni di separazione pre divorzio)
e la presenza dei figli nel nucleo familiare non influirà sui tempi. Dalla sua approvazione definitiva potrà essere applicata anche per i procedimenti di divorzio in corso. Per chi vive in comunione dei beni: questa si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o comunque al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. Al termine della votazione alla Camera è esploso un applauso di gruppo. Le reazioni politiche al voto sono pressochè unanimi.
Il relatore del testo, il forzista Luca D’Alessandro dichiara «
Con questa proposta di legge abbiamo reso al passo con i tempi la legislazione senza cadere nella tentazione della voglia di emulazione degli altri Paesi. Perché questo testo non è ostile ma anzi più che favorevole alla famiglia». La
democratica Alessia Morani invece sottolinea i lunghi tempi impiegati ad arrivare ad una legge tripartisan
«Abbiamo impiegato 11 anni a raggiungere un accordo che arriva a 40 anni dal referendum sul divorzio. Oggi si colma un vuoto riconoscendo che la società italiana nel tempo è cambiata». Anche i grillini mostrano entusiasmo e con
il deputato 5 stelle Alfonso Bonafede parlano di «
una conquista civile che ci mette a passo con la Ue».
Unica dichiaratamente contraria al provvedimento è stata la parlamentare di Nuovo Centrodestra Eugenia Roccella che sottolinea invece quanto questa legge sia ideologica e intenzionata solo a indebolire il matrimonio.
«Se fosse vero, come è stato detto, che il problema sono i tempi della giustizia, mi chiedo perché, invece di affrontare il nodo vero, cioè la riforma della giustizia civile, interveniamo sul matrimonio», dichiara la deputata alfaniana.[review]