«Il mio nuovo disco è piuttosto cinema: le canzoni sono scritte per immagini, immagini che passano però attraverso le parole», sono queste le parole del trentacinquenne Alessandro Mannarino nel presentare Al Monte, il suo terzo album, uscito il 13 maggio 2014. Sono 9 le tracce per un disco dal genere folk rock, pubblicato dalla Leave srl e distribuito dalla Universal Music. L’album viene anticipato dal singolo “Gli Animali”.[divider]In precedenza il cantautore cult romano aveva inciso due dischi: Bar della Rabbia – uscito il 20 marzo del 2009 – con il quale vince il Premio Giorgio Gaber e Supersantos, uscito il 15 marzo 2011. «Negli anni passati – commenta l’artista – ho avuto spesso paura di non essere stato chiaro, oggi devo evitare fraintendimenti, devo riuscire ad andare al nocciolo, essere chirurgico come un laser». I brani mostrano e descrivono la nudità dell’uomo dinanzi allo sconosciuto; racconta di Dio, del carcerato – il testo di riferimento è Scendi giù, all’interno del quale si narra di un detenuto che viene picchiato in carcere – e poi c’è il militare, il popolo, l’imperatore e si parla di Giustizia, quella vera. [divider]«Il mio disco non è certo un punto di arrivo – aggiunge Mannarino – è un punto di partenza. Non so come si fa a sopravvivere a questa perdita di senso, ma iniziamo una ricerca. Di certo la giustizia che fa chiudere le persone ingabbia non fa certo progredire l’umanità (…) Quando nasci sei già dentro il germe del male, sei un potenziale killer o un ladro; per questo c’è bisogno di uno Stato e di un prete che ti confessi». Parole taglienti che rappresentano un disagio – tutto italiano – di come un uomo viva i suoi giorni alla ricerca – talvolta vana – di etica, moralità e umanità. È facile prendersela con il più debole e c’è troppa voglia di prevaricare in un mondo che non aspetta nessuno e che – per il momento – non sa ancora render giustizia a chi paga o ha pagato.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui