Un fidanzato per mia moglie, diretto da Davide Marengo, è un remake della pellicola argentina un “Un novio para mi mujer” del 2008. La storia di Camilla, una giovane speaker radiofonica sarda che, per amore di Simone, venditore di auto americane d’epoca, si trasferisce a Milano dopo il matrimonio. Ma il cambiamento repentino genera un trauma che mette a repentaglio la loro unione. L’esasperazione porterà Simone a rivolgersi al fantomatico “Falco”, che avrà il compito di sedurre Camilla per aiutarlo a liberarsi della moglie.[divider]Il film argentino ha ricevuto vari premi internazionali, madevo dire che la versione italiana farebbe fatica ad aggiudicarsi anche un festival di provincia. Si ha come l’impressione che Rai Cinema e IBC MOVIE hanno cercato di emulare, con un po’ di invidia, i fasti di un altro remake estero come nel caso di “Benvenuti al Sud” puntando su un regista emergente come il partenopeo Davide Marengo e sull’assegnazione dei ruoli cardine a tre comici affermati come Geppi Cucciari, nel ruolo di Camilla, ed il duo comico genovese Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu nei panni rispettivamente del “Falco” e Simone. Anche nelle parti minori hanno tentato di andare sul sicuro accaparrandosi il duo comico Ale e Franz assieme all’esperto Dino Abbrescia nel ruolo del datore di lavoro di Simone; ma tutto questo non è bastato a rendere il prodotto godibile.
Purtroppo, come si suol dire, “non è sempre domenica”, la sceneggiatura non regge, tanto banale e scontata che non permette nemmeno di far emergere il talento dei singoli.
Credo che in questo caso l’intero progetto dia proprio la sensazione di essere stato studiato a tavolino, cercando di sfruttare gli stessi ingredienti di quelle che sono state delle ricette di successo ma questa volta oltre al buco manca proprio la ciambella. Abbiamo tanti talentuosi sceneggiatori in Italia e non credo che manchino di originalità, personalmente penso che i produttori debbano avere il coraggio di osare di più e per questa volta hanno sprecato un’ottima occasione per farlo.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui [review]