

Per quanto riguarda la Villa Floridiana, oggi uno dei pochi “polmoni verdi” rimasti al Vomero, un tempo collina fiorente, siamo molto lontani dai progetti di riqualifica annunciati dal Sovrintendente Vona il 20 novembre 2013, quando è stata firmata la convenzione tra Comune di Napoli e Sovrintendenza, per la quale alla Sovrintendenza spetterebbe la cura del museo e della custodia, al Comune quella dei parchi e dei giardini, con l’obiettivo di aprire progressivamente (entro la fine della sindacatura di Luigi De Magistris) tutta la Villa, e renderla fruibile ai cittadini.[divider]

Fino a quel momento la Villa Floridiana (parco e museo del Duca di Martina) era tutelata interamente dalla Sovrintendenza per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico, lo stesso ente che gestiva e gestisce ancora oggi il parco di Capodimonte con il relativo museo. Anche il Comune e la Sovrintendenza si erano dichiarati molto soddisfatti dell’accordo: il primo avrebbe investito nella rivalutazione del parco, e la seconda avrebbe potuto dedicare maggiori risorse e tempo per il rilancio del Museo Duca di Martina in Villa Floridiana, uno dei musei della ceramica più importanti d’Europa.
Il risultato attuale è che gran parte della Floridiana è sempre chiusa al pubblico, le transenne sono ovunque e permettono di visitare soltanto una piccola parte della villa, già privata in passato dell’area che oggi corrisponde a Villa Lucia ed è di proprietà privata.

Oltre alle chiusure prestabilite, peraltro, la Villa Floridiana è rimasta inaccessibile spesso, senza preavviso, per mancanza di personale: è il caso del 14 aprile scorso, soltanto una settimana prima del lunedì in albis. Persino la Municipalità Vomero, nella persona di Mario Coppeto, ha dichiarato di non essere stato avvisato prima, ma direttamente da un collega, che trovandosi a passare vicino al parco, aveva notato all’ingresso il cartello “Chiuso per mancanza di personale”.
Più volte i cittadini, amareggiati per questa ennesima chiusura, per di più ad inizio primavera, si sono rivolti direttamente a Mario Coppeto, presidente della Municipalità, per chiedere un “cambio di gestione” della Floridiana: dalla Sovrintendenza al Comune. «Questo non è possibile – spiega Coppeto – stiamo parlando di un bene tutelato e, soprattutto, Palazzo San Giacomo non potrebbe permettersi di gestire il parco come ente unico».[divider]Proprio una settimana prima dell’inaspettata chiusura, inoltre, c’era stato un incontro tra la municipalità e Luisa Ambrosio, direttrice della Floridiana dichiara il presidente della Municipalità: «Abbiamo messo a punto tutte le urgenze del luogo – prosegue – dalla manutenzione alla carenza di personale, non rimpiazzabile per mancanza fondi. Abbiamo rinnovato il protocollo d’intesa Comune-Sovrintendenza, proprio per fronteggiare urgenze simili. Questa chiusura mi ha quindi lasciato del tutto stupito. Non si agisce così, sottraendo alla cittadinanza un bene comune, e senza alcun avviso». Continue mancanze, per le quali Coppeto intravede una soluzione nell’organizzazione di turni sostitutivi; d’altronde, però, se il personale scarseggia e fondi per assumere altri custodi o per pagare straoridinari agli attuali dipendenti non ce ne sono, chi dovrebbe fare i turni sostitutivi?
Tante promesse sono state fatte per la gestione e la manutenzione della Villa Floridiana, la situazione oggi è che una bellezza naturale, custode anche di un patrimonio museale, viene negata ai cittadini. La maggior parte del parco è ancora chiuso e a chi vuole visitare il museo conviene fare prima un “colpo di telefono”, perché rischia di trovare alcune sale chiuse. Che senso ha avere in città dei patrimoni spettacolari, se poi le istituzioni non li rendono fruibili ai cittadini? Precludendo la visita a grandi luoghi d’arte napoletani il giorno di Pasquetta non si fa altro che favorire una “chiusura” totale verso tutti i cittadini, piuttosto che garantire un vero e proprio controllo delle strutture, che sarebbe possibile soltanto con l’assunzione di altro personale. E ancora una volta la colpa viene addebitata al popolo napoletano, che, privato dei suoi beni, viene anche individuato ingiustamente come colpevole di maltrattamento delle aree culturali.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui[review]