Il progetto “Cibo e cultura”, incluso nel programma dell’Expo 2015, è volto a far convivere e coniugare culture e tradizioni culinarie di paesi differenti.Uno scambio di nozioni, di abitudini e di ricette; perché il cibo è, antropologicamente parlando, uno degli specchi dell’anima e della storia di un popolo. Gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni di Roma, (il cui dirigente è la Dott.ssa Patrizia Marini), si sono confrontati con l’alimentazione del mondo asiatico, nello specifico le peculiarità della Cina che si basa su criteri molto precisi. Infatti, si deve rendere equilibrata la miscela di cinque sapori: dolce, salato, amaro, piccante, aspro. Al termine dell’incontro è stata inventata una pietanza italo-cinese. [divider]L’Expo è un’Esposizione Universale di natura non commerciale, organizzata da una nazione a cui, dopo aver vinto una gara di candidatura, spetta di invitare e ospitare gli altri Paesi. Il primo Expo fu a Londra nel 1951 e fu seguita da Parigi nel 1989, anno della costruzione della Torre Eiffel. L’Expo 2015 avrà inizio il 1 maggio 2015 e durerà sino al 31 ottobre, dello stesso anno, in Milano. La sua durata è di 379 giorni e sono 147 i partecipanti. Il rapporto tra cibo e cultura, è un sottotema di Expo 2015. [divider]“Paese che vai, cultura che trovi”, si suol dire. Tutte le nostre abitudini alimentari dipendono da quello che ci hanno insegnato nella nostra famiglia e nella nostra società. Nei paesi anglosassoni, ad esempio, il cavallo non si può mangiare: è quasi considerato un atto di cannibalismo, un tabù. La stessa cosa può valere per i funghi o il maiale, che per noi italiani sono prelibatezze. Il primo “addestramento” alimentare nasce in casa, proprio come “l’addestramento” del linguaggio. Il progetto “Cibo e cultura” e l’Expo 2015 sono volti ad arricchire l’uomo: diversificazione e scambio d’informazione, sono le loro parole chiave. Il cibo è identità. Marino Niola, docente di Antropologia dell’Alimentazione, ha dichiarato: «Il cibo è cultura. L’alimentazione è un linguaggio: si impara a mangiare come si impara a parlare e le prime esperienze alimentari ci segnano in maniera indelebile. Ogni alimentazione è specchio della cultura e ci distingue gli uni dagli altri».[divider] Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui