Dopo il “GiovaniMediciDay” di dicembre, in cui lo slogan era “Vi facciamo un clistere così!”, lo scorso 2 aprile 2014 gli studenti di medicina e i giovani medici, sono nuovamente scesi in piazza, in Roma, proprio a Montecitorio, per rivendicare, tra le varie cose, il loro diritto alla specializzazione. Chiedono più dignità, più contratti, più borse. Chiedono una programmazione degli accessi alle Facoltà dell’area sanitaria, proporzionata al numero dei contratti di formazione specialistica; quanto meno. Chiedono una specializzazione per la medicina generale e delucidazioni sul “concorso nazionale di specialità”, firmato, in extremis, dal Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. [divider]Tra i problemi ci sono i tagli alle borse della specializzazione, (quasi del doppio), ma anche la doppia detassazione (Irpef e Irap) per i laureati in medicina generale che pagano quanto uno specializzando o un dottorando. Insomma, c’è in ballo il sistema sanitario pubblico e qui non si scherza. «Le preoccupazioni degli studenti di medicina sono reali e condivise da me», afferma il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La Lorenzin ricorda che con il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, è stato presentato il problema al Ministro per l’Economia e Finanze, Pietro Carlo Padoan, e si sta provvedendo a reperire fondi affinché sin dal prossimo anno accademico vi sia un numero superiore di contratti finanziati. Con il disegno di legge Lorenzin as 1324 “Deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di enti vigilati dal Ministero della Salute, di sicurezza degli alimenti, di sicurezza veterinaria, nonché disposizioni di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute umana e di benessere animale”, (oggi al Senato), presentato in data 21 febbraio e annunciato in data 24 febbraio 2014, si prevede, inoltre, la possibilità di svolgere l’ultima parte della formazione specialistica presso aziende del Servizio Sanitario Nazionale. [divider]Erano diventate circa 2000 le borse per le specializzazioni, oggi sono circa 3400-3500. Ne sono state promesse circa 4500; ma ne servirebbero 7000 per evitare che negli anni si venga a creare un accumulo di medici impossibilitati a lavorare, in quanto non specializzati; e dunque costretti ad emigrare.La fuga dei cervelli con il camice bianco, all’estero, implicherebbe uno sperpero notevole per le finanze italiane, oltre ad una grossa perdita per il nostro sistema sanitario; basti pensare che lo Stato, per uno studente investe circa 50 mila euro l’anno. Di primo acchito come si può dare torto ai giovani medici che tra urla e striscioni dicevano “Meglio fare la velina che laurearsi in medicina”?Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui